"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
Le stime dei costi di migrazione sono già state fatte nei mesi scorsi tanto per la PAT, quanto per la Azienda sanitaria e per Informatica trentina e hanno dato risultati sorprendenti. E favorevoli alla migrazione, prevedendo un risparmio significativo già nell'arco di un triennio. Nei giorni scorsi era stata diffusa la cifra di 1,5 milioni di euro relativi ai diritti proprietari sborsati dalla PAT, stima piuttosto diversa da quella che abbiamo ipotizzato in sede di presentazione del DDL perché si riferisce solo alle circa 4.000 postazioni della Provincia in senso stretto. A queste vanno aggiunte quelle relative alla APSS (circa 4.800), alle più di 2.000 del sistema scolastico e a quelle delle società di sistema. E così l'impatto dei costi delle licenze sul bilancio provinciale diventa tre volte tanto, il che mi porta a dire che una scelta come quella che viene proposta dal DDL potrà avere un impatto significativo anche sul profilo del risparmio economico e che i costi iniziali (peraltro non molto diversi da quelli che già oggi si dovrebbero spendere per il rinnovo delle licenze proprietarie) saranno ben presto abbondantemente compensati dal sistema libero.
Va detto inoltre che l'open source significa possibilità di dar vita ad un sistema a sostegno dell'innovazione e della sperimentazione sul territorio che avrebbe un duplice effetto positivo: quello di favorire - grazie ad un sistema provinciale di dati aperti - un diffuso adattamento dei programmi informatici alle esigenze di ogni singola azienda e quello di orientare i costi di migrazione e gli investimenti su aziende trentine, a tutto vantaggio della finanza locale.
Senza dimenticare, infine, un altro aspetto decisivo: quando parliamo dei diritti digitali dei cittadini stiamo affrontando i nuovi orizzonti della conoscenza, della democrazia e della libertà. Attrezzare la nostra Comunità autonoma alle sfide di questo tempo è una scelta di responsabilità che fa il paio con il cablaggio del Trentino con la banda larga e con la riforma della pubblica amministrazione e l'introduzione del telelavoro.
Nell'incontro del gruppo di lavoro chiamato ad unificare il testo del DDL del quale sono primo firmatario con quello del consigliere Bombarda sul "divario digitale", al quale partecipa anche l'ing. Bettotti (dirigente della PAT su questa materia), ho la percezione che il confronto con il Presidente abbia positivamente sbloccato la situazione. Da parte mia esprimo la piena disponibilità a farmi carico di eventuali altri accorgimenti e proposte per realizzare la migrazione con tutte le prudenze del caso, purché la barra sia chiara e - dopo gli ormai numerosi impegni assunti nella direzione del software libero - la Provincia metta in atto un progetto organico per una comunità autonoma anche sotto il profilo della democrazia digitale.
Se ne parla anche in Prima Commissione Legislativa dove il DDL era già stato aperto un paio di settimane fa e dove porto una serie di chiarimenti in ordine alle criticità avanzate nella scorsa seduta. Il clima mi sembra favorevole. Ora l'iter legislativo prevede un nuovo incontro del gruppo di lavoro per esaminare il testo unificato ed eventuali proposte di emendamento da parte della Giunta, a seguire la fase di audizione ed infine il Disegno di Legge arriverà in aula, prevedibilmente nella sessione di giugno del Consiglio provinciale.
Il diario dovrebbe dare conto di altre cose. Un cenno lo dedico solo alla visita a Verona dove sono con Aicha Mesrar (consigliera comunale di Rovereto originaria di Casablanca) ed Erica Mondini (presidente di Pace per Gerusalemme) per incontrare il Console del Marocco. E' un po' che non entro in questa bella città e mi fa un po' specie pensarla nelle mani di un sindaco leghista. Qui siamo in piena campagna elettorale e, nonostante lo scandalo che travolge il Carroccio, è il sindaco uscente Tosi a farla da padrone. I segni della competizione elettorale non parlano d'altro: mi potrò sbagliare, ma vista da qui l'impressione è che la Lega possa uscirne addirittura rafforzata. Non voglio ripetermi, ma questo partito è l'espressione di una società che di fronte all'insostenibilità di un modello di sviluppo dice che non intende rinunciare a nulla delle proprie prerogative, anche a costo della guerra. Una società malata, dove chi fa i propri interessi (anche oltre il lecito) è nell'ordine normale delle cose. E allora può bastare anche una scopa per continuare a vedere quel che si vuol vedere.3 commenti all'articolo - torna indietro