"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

18/04/2012 -
Il diario di Michele Nardelli
anni 70
Monta l'antipolitica. Le ragioni sono molteplici e ci parlano della fatica del comprendere i cambiamenti in atto, la diffusa perdita di identità sociale, l'insorgere di egoismi e particolarismi sociali...  Hanno altresì a che vedere con il triste spettacolo che la politica dà di sé, nella non volontà di mettere mano ai privilegi come nella corruzione, nell'appropriazione indebita, nei legami con il mondo degli affari. Investono infine il vuoto di idee, le modalità sempre più casuali di selezione delle classi dirigenti, le forme sempre più accentuate di personalizzazione della politica.

La politica riflette quel che butta il convento, ma a sua volta l'aria che tira viene alimentata da una politica spesso impresentabile. E' sbagliato generalizzare, ovviamente. Ma se un qualsiasi cittadino fosse passato martedì mattina in Consiglio Provinciale e avesse assistito alla sceneggiata che alcuni consiglieri hanno imbastito per giustificare la loro scelta di non rendere pubblica la propria dichiarazione dei redditi, credo che se ne sarebbe andato via a dir poco schifato.

Un clima insopportabile di sopruso e di violenza verbale. Dove non c'è alcun rispetto verso le istituzioni. In questo contesto, chi ci rimane sotto sono le persone per bene e soprattutto la Politica, quella con la P maiuscola, quella fatta di servizio alla propria comunità, di confronto di idee e di studio. Proprio di questo parlo alle persone del circolo anziani di Nave San Rocco in visita al Consiglio Provinciale e che accolgo nella Sala Aurora di Palazzo Trentini.

Inutile girarci attorno. Se la politica è all'ultimo posto nelle sfere di gradimento dei cittadini, tanto vale parlarne apertamente, senza infingimenti di circostanza. E così, nei quaranta minuti di conversazione che mi ritaglio nell'intervallo dei lavori del Consiglio, parliamo di questa distanza, dell'opinione che si ha della politica, della sfiducia indifferenziata che cresce verso "i politici".

Allora provo a descrivere l'impegno di un consigliere che cerca di svolgere coscienziosamente il proprio lavoro. Parlo del mio impegno di questi anni, della necessità che la politica si riprenda quell'orizzonte di sguardo sul mondo e sul territorio, delle proposte che poi si sono trasformate in leggi provinciali, dell'ultimo mio lavoro che ha portato il Trentino ad essere la prima regione italiana ad avere approvata una legge sulla bonifica dell'amianto dopo la storica sentenza di Torino. L'ora in cui avviene l'incontro (le 13.30) potrebbe essere di quelle soporifere, ma invece vedo tutti bene attenti a quel che dico e così fioccano le domande che spaziano dalla tragica eredità dell'eternit all'autonomia o alle comunità di valle.

Quando un'anziana signora mi chiede se la nostra autonomia è in pericolo, provo a dirgli che la maggiore insidia all'autonomia non viene da fuori ma da noi, dal nostro considerarla come una cosa acquisita una volta per tutte, dal venire meno della responsabilità individuale e collettiva ogniqualvolta si dice "non nel mio giardino", dalla scarsa partecipazione, dal non informarsi adeguatamente sulle cose correndo dietro ai titoli dei giornali. Insisto molto sul tema dell'apprendimento permanente, come forma di educazione alla partecipazione e alla democrazia.

Nel rivendicare la serietà e anche la fatica dell'impegno di questi anni, avverto la vicinanza di tutti i presenti in sala. Ed è una piccola soddisfazione. Devo dire che se penso a queste due giornate di consiglio provinciale, questo breve incontro con gli anziani di Nave San Rocco è una parentesi che mi concilia con il significato dell'agire politico.

E poi un'altra cosa ancora, fra i tanti incontri che metto in cantiere per dare senso al tempo che scorre in questa vuota sessione del Consiglio. Mauro Milanaccio mi chiama per dirmi che c'è una sua amica che vorrebbe parlarmi di cooperazione in America Latina e che mi conosce avendo studiato sociologia a Trento negli anni '70. Così rivedo Mary dopo quasi quarant'anni, praticamente una vita fa. Le parlo di cooperazione ma è quasi un pretesto per osservare con un incrocio di sguardi le nostre vite. Lo considero un bel regalo. 

Nella sera di mercoledì, infine, l'appuntamento è a Sopramonte per il quarantacinquesimo degli incontri del Gruppo Consiliare del PD del Trentino sul territorio. Presenti una ventina di persone, alle parole di apertura di Luca Zeni e del sottoscritto seguono molte domande, piuttosto esigenti devo dire. Ne esce una bella serata di confronto politico vero. Quel che volevamo.

 

2 commenti all'articolo - torna indietro

  1. inviato da Michele il 21 aprile 2012 09:31
    Forse hai ragione, anche se nell'uso che faccio di questo termine intendo un clima culturale del quale fanno parte cose diverse ed anche i partiti, che oggi sono la causa principale dell'antipolitica. Starò comunque attento ad usare in maniera appropriata questo concetto. Grazie.
  2. inviato da Stef il 20 aprile 2012 14:24
    Non mi convince più l'uso che si fa del termine "antipolitica". L'antipolitica è anche quella praticata dai partiti (chi più, chi meno) in questi anni. Bisognerebbe, oggi, pur nella temperie, cominciare a distinguere tra "voglia di cambiamento" e "demagogia".
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