"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

26/04/2012 -
Il diario di Michele Nardelli
Il piccolo cimitero di Toss
Laura, compagna di una vita. Il figlio Marco. I compagni di tante battaglie. Un po' di vecchi amici. L'urna con inciso un nome che proprio non mi riesce di associare al ricordo così vivo che porto con me. Così, nel piccolo cimitero di Toss, diamo l'ultimo saluto a Gianni Rigotti.

La casa di Gianni, in quel piccolo borgo, fu per anni il luogo di incontro e di discussione per tutta la Val di Non. Fra quelle mura ci incontravamo con uno sparuto numero di compagni, per discutere spesso animatamente, per festeggiare o per leccarci le ferite. Da quella piazzetta sotto casa partivano le auto per i comizi o per gli attacchinaggi in tutta la valle. Erano anni duri ed essere di sinistra, per di più radicale, voleva dire ostracismo, porte chiuse, amarezze. Eppure Gianni non si perdeva d'animo.

Fra Gianni, Walter, Luigi, Vittorio, Umberto... nacque un bel sodalizio, erano giovani certo ma radicati nel paese e alle elezioni comunali di Ton del 1980 la lista di DP prese il 12% dei voti e portò in consiglio comunale Walter e Gianni. Gianni era una forza della natura. Non dimenticherò mai quando voleva che i bus dell'Atesina estendessero il loro servizio alle piccole frazioni del suo Comune. La scusa per non farli arrivare era che mancava lo spazio per invertire il senso di marcia e allora Gianni prese semplicemente una ruspa e poi li chiamò dicendogli, in stretto dialetto noneso, di andare a vedere che ora lo spazio per girarsi il bus ce lo aveva, eccome. Gianni era così, intelligente e testardo. Quando c'era qualcosa che non corrispondeva al suo pensiero diceva, "ben, ben..." ed era come se dicesse "stiamo a vedere".

Poi le cose della vita portarono Gianni a Secchiano Marecchia, nella cittadina di origine della sua compagna. Ma i contatti fra noi non cessarono mai. Ci teneva insieme, oltre all'amicizia, anche un progetto politico e quindi non c'era congresso in cui non ci vedessimo. Oppure d'estate, quando veniva a Toss per qualche giorno di vacanza. Quando, nel 1989, decidemmo di andarcene da DP per Gianni fu un duro colpo. Eravamo per lui un solido riferimento e la scelta di dar vita a Solidarietà difficilmente ripetibile sul piano nazionale. Non sempre capiva le nostre scelte, ma l'affetto era più forte di ogni altra cosa. Quando ci si incontrava ci teneva a sottolineare che per lui non era cambiato niente, ma poi finì anche DP.

Cambiavamo, invece, se non altro per lo scorrere degli anni. Eppure Gianni c'era. Alle feste di Solidarietà la sua presenza era immancabile, così il suo sorriso, quegli occhi chiari che ti guardavano con aria sorniona. Collaborava con Legambiente di cui era punto di riferimento e animatore nella sua realtà. Il suo era l'ambientalismo di chi aveva un rapporto antico con la terra, non di maniera. Conosceva la natura e questo negli ultimi anni, lo aveva portato a ritornare suoi propri passi, quasi avesse un debito con la sua terra. Un debito che ripagava con lo studio e l'insegnamento sugli antichi mestieri da riscoprire, come la tessitura o l'intreccio di cui era maestro, attività che lo portavano sempre più frequentemente in Trentino, come ad immaginare un progressivo ritorno a casa. O almeno così io lo avevo inteso.

Tanto che mi ero ritrovato, in questi miei ultimi anni di impegno istituzionale, ad avere un collaboratore a distanza che mi suggeriva idee e proposte, sempre stimolanti e concrete, che avevano a che fare con quello che la natura ci mette a disposizione.  Era nata in questo nostro scambio anche l'idea di realizzare un percorso formativo rivolto ai giovani di Novafeltria e della Val Marecchia. Proprio pochi giorni prima di andarsene gli avevo inviato la proposta di un ciclo di incontri, una piccola scuola per riannodare pensiero e politica, che cercava di raccontare con occhi diversi un presente tanto complesso. Non c'è stato il tempo. L'impegno invece rimane e così a settembre inizieremo questo itinerario formativo che Gianni aveva proposto.

Dopo così tanto tempo, in questo pomeriggio primaverile fa un certo effetto ritrovarsi con Laura, Walter, Giorgio, Paolo, Lucia intorno a quello stesso tavolo di allora. C'è malinconia, com'è normale. Ma soprattutto una bella storia da raccontare.

 

0 commenti all'articolo - torna indietro

il tuo nick name*
url la tua email (non verrà pubblicata)*

Link ad altri siti

  • link al sito Sifr - la solitudine della politica
  • osservatorio balcani
  • viaggiare i Balcani
  • link al sito Forum trentino per la pace e i diritti umani
  • Sito nazionale della associazione Sloow Food
  • link al sito dislivelli.eu
  • link al sito volerelaluna.it
  • ambiente trentino
  • pontidivista
  • Sito ufficiale della Comunità Europea