"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

22/05/2012 -
Il diario di Michele Nardelli
Romanino, Castello del Buonconsiglio
Che cos'è l'antipolitica? Si potrebbero dare molte risposte... in primis l'esito della cattiva politica, quando cavalca il malumore o il rancore.  Non cerco però risposte rassicuranti. Perché l'antipolitica è anche dell'altro. L'antipolitica è la polvere, che rende questo tempo torbido nel quale si fa fatica a mettere a fuoco quel che accade, per cui tutto risulta indistinto e melmoso.

Ci sono stati lungo il Novecento e fino ad oggi passaggi di tempo cruciali, dove riusciva più difficile comprendere la realtà, quando gli strumenti interpretativi risultavano non più adatti a leggere il presente. Robert Musil ne scrisse magistralmente ne "L'uomo senza qualità", un secolo fa. Ma è proprio in questi passaggi che la polvere si solleva.

L'antipolitica non è solo sparare nel mucchio, dire che tutti sono uguali, che i politici sono ladri, che le istituzioni non servono a niente... Antipolitica è spararla più grossa, perché tanto qualcosa rimane. Antipolitica è disonestà intellettuale. Parlare del Trentino in toni apocalittici, dimenticandosi che questa nostra terra è considerata da tutti quelli che la osservano da fuori come un'isola di civiltà e di benessere. Antipolitica è lisciare il pelo ai privilegi spacciati per diritti, i corporativismi del "non nel mio giardino", il dar retta a tutti quelli che ti tirano per la giacca ammiccando su possibili futuri benefici elettorali.

Antipolitica è anche l'ipocrisia di chiudere gli occhi di fronte alla realtà. Quella di dire, ad esempio, che vivere in un luogo come la striscia di Gaza che ha una densità di  4.587 abitanti per kmq, un fazzoletto di terra  dal quale non puoi uscire se non con un particolare permesso, un inferno di macerie isolato dal mondo e sotto embargo da parte di Israele, sarebbe normale. Antipolitica è anche la "banalità del bene" che vorrebbe far parti uguali fra diseguali. E antipolitica è anche non dir nulla per non perdere consenso, il non voler dispiacere ai potenti, magari con la preoccupazione di perdere i contributi pubblici.

Come si può capire da queste parole sono molto amareggiato. Costruire ponti e di proporre uno sguardo diverso, a quanto pare, dà più fastidio di chi prende parte. Così un mio pezzo di riflessione su "Officina Medio Oriente" e sulle nubi di guerra che si addensano sul vicino Oriente pubblicato lunedì su L'Adige (e che trovate nella home page) viene pesantemente attaccato. "A Gaza esiste tutto ciò che è indispensabile per una vita normale" scrivono Ilda Sangalli Redmiller e Giuseppe Franchetti. Lo vadano a chiedere ai giovani che hanno gridato al mondo "vogliamo vivere" come si sta in quell'inferno. Fra macerie e veleni.

Macerie anche non lontano da noi. Le immagini delle conseguenze del terremoto in Emilia Romagna arrivano nelle nostre case in un giorno di forte pioggia, rendendo ancora più faticoso l'abbandono delle abitazioni in attesa della verifica del loro grado di stabilità e sicurezza. La Protezione Civile del Trentino ancora una volta si distingue nella solidarietà. Le immagini ci mostrano edifici storici e cantieri crollati. E, dramma dentro il dramma, le coperture in eternit spezzate che diventano oltremodo pericolose.

Partecipo al Convegno di studio sul mesotelioma, patologia correlata all'amianto. Un convegno scientifico promosso dalla Lilt che cade dopo la sentenza di Torino e, soprattutto, dopo la legge provinciale che rende obbligatoria l'attività di bonifica. Si tratta, come i lettori di questo blog sanno, della prima legge regionale (provinciale) dopo la condanna della multinazionale Eternit, che potrebbe aprire un capitolo nuovo nell'aggiornamento della legge nazionale 257 del 1992.  Un importante provvedimento legislativo che forse avrebbe meritato - nel convegno - un'illustrazione da parte di chi - fuori dal clamore dei media l'ha saputo elaborare e proporre, ma niente di tutto ciò. Ed anche questa è antipolitica.

Devo però riconoscere che, ciò nonostante, il convegno mostra interventi molto interessanti. Quello del prof. Claudio Bianchi, ad esempio, medico che da una vita è impegnato nella battaglia contro la "mala polvere". Ma quel che emerge è un aspetto fino ad oggi scarsamente indagato, le conseguenze dell'amianto non solo nella respirazione delle fibre (mesotelioma pleurico) ma anche nell'ingestione (mesotelioma peritoneo o altre patologie tumorali all'intestino), il che apre tutta un'altra partita relativa all'uso dell'eternit negli acquedotti. Un dato scientifico oltremodo inquietante che richiederà uno specifico intervento di monitoraggio.

La cronaca riserva tante altre cose, dall'incontro del Consiglio della Pace e dei Diritti Umani alla prima giornata della sessione di Consiglio Provinciale. Mi limito a dire due parole sulla presentazione del libro di Francesco Prezzi "Trento nelle guerre d'Europa e d'Italia nella seconda metà del XV secolo. L'origine dei lanzichenecchi". Anni di studio e di lavoro, spesso incompresi, oggi trovano coronamento nell'uscita di un opera preziosa, importante non solo per lo squarcio di luce attorno ad un'epoca - il passaggio fra la fine del XV secolo e l'inizio di quello successivo - cruciale per l'Europa e il Trentino, ma anche per comprendere le dinamiche del nostro tempo, di una terra di mezzo dove la storia viene spesso maldestramente usata per fini politici e di un'Europa ancora incompiuta e che ancora non ha elaborato il suo Novecento. Grazie Checco, per questo lavoro. C'è in giro troppa cialtroneria e troppa retorica nell'approccio con le vicende storiche. E anche questo fa sì che la politica risulti, oltre che poco nobile, anche poco credibile. Alimentando la cattiva politica. La partita appare impari, ma voglio immaginare che anche un solo libro possa contribuire a renderla diversa.  

 

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