"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
Sbattere il mostro in prima pagina, non è cosa nuova. In questa vicenda che riguarda la collaborazione di Federico Zappini al Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani non c'è davvero nulla di scorretto. Nel merito della decisione di avvalersi di una persona che segua le iniziative del Forum (cosa che è sempre avvenuta), utilizzando le magre risorse del Forum (la cui dotazione finanziaria è ferma da almeno dieci anni, oltre ad essere ridicola). Nella scelta della persona, ancora meno. Federico è stato selezionato per il servizio civile da una commissione (di cui non facevo parte proprio per evitare di influenzare la decisione) che ne ha valutato competenze e sensibilità, scegliendolo fra numerosi candidati. Dopo più di un anno di servizio civile, la scelta sulla sua persona per la collaborazione sui progetti in sostituzione di Francesca e Martina (che secondo le regole del Consiglio provinciale non potevano più essere confermate) è stata assunta con un orientamento condiviso dal Consiglio del Forum. Scelta che si è rivelata felice per sensibilità, intelligenza e capacità di lavoro.
«Voglio sperare che il mondo torni a quote più normali
che possa contemplare il cielo e i fiori,
che non si parli più di dittature
se avremo ancora un po' da vivere...
La primavera intanto tarda ad arrivare»
Franco Battiato (Povera Italia)
Tarda, anche perché la primavera non è la fine di Berlusconi. Vent'anni sono una stagione a guardar bene più lunga del fascismo, considerato che oggi tutto è più accelerato. Ma, come quasi sempre avviene, chiudiamo un'era senza riflettere su quel che è accaduto e su come è potuto accadere. Così non impariamo mai niente e la storia è destinata a ripetersi all'infinito.
La primavera è in primo luogo imparare dalla storia. Vediamo con quanta fatica quella straordinaria stagione, che ha portato in piazza - dopo anni di silenzio e paura - centinaia di migliaia di giovani nei paesi bagnati dal nostro mare comune, prova ad affermarsi. Stretta fra fondamentalismi e vecchi poteri, la nonviolenza che rappresentava il tratto forse più innovativo delle sollevazioni arabe, viene schiacciata.
Anche in Italia la fine di una vicenda per certi versi parossistica, germina altri parossismi. Se non c'è elaborazione su come è cambiato questo paese, di come berlusconismo e leghismo siano diventate culture diffuse, non andremo molto lontani. Avremo sempre bisogno dell'uomo della provvidenza, passando da un fenomeno mediatico all'altro, senza che nel frattempo si sia elaborato un bel niente, né una sconfitta durata vent'anni, né lo spaesamento con tutto quel che ha portato con sé.
E poi c'è dell'altro. La primavera (di cui abbiamo bisogno) dovrebbe anche significare un rinnovamento profondo della politica, senza il quale sarà la cattiveria a scandire il cambiamento, insieme all'intrigo e al pettegolezzo. So bene che queste sono cose vecchie come il mondo, ma non per questo dobbiamo lasciare via libera al cannibalismo.
Come rispondere a tutto questo? Non ho le spalle larghe, non reggo la guerra e non voglio diventare come loro.10 commenti all'articolo - torna indietro