"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

04/06/2010 -
Il diario di Michele Nardelli
Trento, piazza d\'Arogno
Il chiarore del mattino mi sveglia sulle colline di Firenze, dalla finestra cipressi, ulivi ed un tetto che avrebbe bisogno di un po' di manutenzione. La signora Aurelia, volontaria di Sondrio addetta alla cucina nei giorni della formazione, prepara un buon caffè e poi via, alla volta di Pisa. Il convegno dal titolo "Mille e un Iraq" si articola in due giornate e questa è la seconda, dedicata al tema "La cooperazione decentrata con l'Iraq: opportunità e sfide". I relatori provengono dalla Spagna, dalla Francia e da diverse città irachene (Baghdad, Falluja, Erbil, Kirkuk, Bassora...) nonché dal Kurdistan iracheno. Per l'Italia, oltre ai rappresentanti locali di "Un ponte per...", è previsto il mio intervento. E' interessante che dalla Toscana, terra di cooperazione decentrata, venga richiesto il mio contributo. In fondo vuol dire che le esperienze maturate in questi anni e quel che abbiamo scritto in "Darsi il tempo" rappresenta qualcosa di utile per una riflessione su una cooperazione che vuole essere diversa.

Gli interventi sono interessanti, i rappresentanti iracheni esprimono un buon livello di interlocuzione, a testimonianza di una società viva nonostante la guerra infinita. Nel mio intervento parlo della necessità di mettere alla prova le nostre parole e le nostre categorie, di paesi ricchi che non hanno bisogno di aiuti, di una cooperazione che prova a costruire nuova classe dirigente piuttosto che case, di conflitti che vanno elaborati a partire dall'analisi di che cosa sono le nuove guerre, le guerre che hanno come obiettivo la cultura e la civiltà piuttosto che un esercito nemico.

La reazione è molto positiva, quasi a dar voce a concetti non espressi ma sentiti. Com'è sentito l'orgoglio di questa gente che vive in una delle culle della civiltà e che la guerra ha provato a cancellare. Al margine dell'incontro vedo Stefano Fusi, assessore della Provincia di Firenze ai temi della cooperazione, che mi dice di trovarsi sulla stessa lunghezza d'onda. Vedo Marco Mayer, che ho conosciuto in Kosovo come rappresentante della Cooperazione Italiana in quel di Peja-Pec. Dopo l'intervallo e qualche domanda dal pubblico me ne devo partire, considerato che alle 17.00 a Trento c'è la manifestazione di protesta per quanto accaduto nel mare di Gaza lunedì scorso.

Non c'è il tempo nemmeno per un panino, ma alle 16.50 sono al casello di Trento centro e poco dopo le 17 in Piazza d'Arogno. L'effetto del "vestito più grande del mondo" cucito a mano dalle donne palestinesi di Hebron è davvero grande. Occupa l'intera piazzetta e chi passa da via Garibaldi non può non restarne colpito. Con Erica Mondini apriamo un giro di testimonianze. L'indignazione è molta ma non ci sono parole infuocate, è la ricerca ostinata del dialogo che prevale ed è quel che abbiamo fatto e continueremo a fare, perché in primo luogo le persone conoscano il passato e il presente della "fertile crescent" del Medietrraneo. E' l'obiettivo dell'iniziativa del Forum che a breve verrà lanciata sul tema della cittadinanza europea e mediterranea. Quello che siamo.

 

 

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