"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

13/12/2010 -
Il diario di Michele Nardelli
Eduardo
Il primo giorno di discussione in aula sulla legge finanziaria e davvero non c'è nulla di particolarmente interessante da segnalare. Lo dico con rammarico, perché pure la relazione di Dellai è ricca di spunti che meriterebbero una discussione vera. Ma devo dire che il livello del confronto è piuttosto avvilente. L'opposizione svolge un ruolo rituale, gli interventi appaiono di basso profilo e ripetitivi, quelli della maggioranza non particolarmente stimolanti.

Lavoro sul testo del mio intervento che svolgerò l'indomani. Si stanno anche ultimando gli ordini del giorno e facendo delle verifiche sugli emendamenti. Nel nostro gruppo, come sempre nei momenti importanti, c'è un polarizzarsi di posizioni, come se giocassimo partite diverse. E un po' è così, perché non sembra affatto chiaro se si debba stare con il radar acceso per evitare le imboscate o no, se la finanziaria sia materia per togliersi qualche sassolino dalla scarpa o se sia invece un terreno comune di iniziativa politica, se questa va considerata come la nostra giunta o qualcosa di diverso.

C'è una partita trasversale che riguarda i rapporti interni alla coalizione, il ruolo del Presidente della Giunta, quello del Presidente del Consiglio. Non che non ci siano contraddizioni reali, ci sono eccome. E l'assenza di fluidificazione dei pensieri e di occasioni per nuove sintesi non giova affatto alla coalizione. Ma non mi trovo a mio agio nella logica del sospetto e della rappresentazione della politica come esercizio della forza.

C'è poi un'altra partita che si gioca fra di noi, quella dello scenario che si aprirebbe con le dimissioni di Kessler da presidente del Consiglio qualora venisse confermato l'incarico in sede europea. I giornali ne parlano da diverse settimane, io mi tengo assolutamente fuori da questo "boatos", ma non sono certo cieco di fronte al rimettersi in moto delle stesse dinamiche che ho conosciuto all'atto della formazione del gruppo e degli incarichi consiliari.

In questo quadro l'attenzione ai nodi veri posti dalla relazione di Dellai sembrano svanire fra piccole miserie, fra interventi di circostanza, vuoto reale e melina. Mi arriva il testo dell'VIII rapporto del Quars, l'indice sulla qualità regionale dello sviluppo che verrà presentato a Roma in settimana. Del rapporto abbiamo avuto un piccolo assaggio nella trasmissione Report di domenica sera: il Trentino e il Sud Tirolo ne escono piuttosto nettamente ai primi posti, ma questo stride con la rappresentazione della nostra terra che viene dai banchi dell'opposizione e talvolta anche dai nostri.

Ne parlerò seppur sommariamente nel mio intervento di martedì mattina. E mi riprometto di organizzare la presentazione del rapporto nelle prossime settimane, affinché al rigore e all'essere esigenti con noi stessi corrisponda anche la consapevolezza di quel che siamo. Nel frattempo non avverto affatto la sensazione di trovarci alla vigilia della caduta degli dei.
 

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