"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
All'istinto di rintanarmi in casa, corrisponde il dovere di farsi carico delle proprie responsabilità. E così, mio malgrado, di buon mattino sono in ufficio. Porto gli ultimi ritocchi al "Programma di valorizzazione territoriale ‘Vino di Cana'". Alla sua fattibilità ci stiamo lavorando da anni, nella difficoltà di interagire con un territorio dilaniato da guerre e conflitti, nella ricerca di vitigni autoctoni che possano dar senso ad un progetto che si fonda sul genius loci di una terra straordinaria e ferita come la Palestina, nella fatica di trovare gli interlocutori affidabili. Un'idea che, malgrado le difficoltà, ho continuato a coltivare come tratto dell'amicizia con Ali Rashid e come impegno assunto quando Franco Dalvit, persona indimenticata che amava profondamente quella terra, ci ha lasciati.
Nella mattinata è convocata la Terza Commissione legislativa, all'ordine del giorno gli articoli della Finanziaria che corrispondono alle competenze territoriali, ambientali ed energetiche. Niente di speciale se non che mi informano di una sentenza della Corte Costituzionale che rende più complesso l'utilizzo delle norme della nostra autonomia per opporsi all'indirizzo governativo di privatizzazione dei servizi di rilevanza pubblica, fra questi l'acqua. Approfondirò la questione nei prossimi giorni, ma non è mia intenzione (e spero nemmeno della PAT) fare marcia indietro sulla messa in sicurezza del servizio idrico sotto il profilo della proprietà pubblica e sul progetto di scorporare il ramo acqua da Dolomiti Energia.
Finita la commissione si fa sentire il richiamo della casa. Sono tre settimane che non stacco la spina e così mi prendo il pomeriggio libero. Mi spiace saltare la presentazione del libro di Micaela Bertoldi "Terre di Anatolia" ma ci sarà modo di recuperare in altro modo per valorizzare questo nuovo sguardo che Micaela ci ha regalato.
A casa, vorrei mettermi al computer, ma giro a vuoto. Forse è il limite che si fa sentire e non resta che assecondarlo con un buon libro. Inizio così "Ballata per la figlia del macellaio" di Peter Manseau, "un ricchissimo, divertente omaggio alla cultura e alla lingua yddish".
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