"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

05/11/2010 -
Il diario di Michele Nardelli
mirò
Accade che in uno stesso giorno s'incontrino in luoghi diversi due persone che non vedi da una vita e di scoprire che i percorsi intrapresi abbiano portato queste persone diventate estranee a condividere parole e pensieri niente affatto scontati. E' quel che mi è capitato oggi, incontrando Della e Antonio. E' il Gioco degli Specchi ad averli portati a Trento, in spazi diversi ma nella comune sensibilità di de-scrivere storie e racconti.

Della Passarelli oltre a scrivere è anche l'anima della casa editrice Sinnos. L'ultima volta che ci siamo visti era l'89, cioè un mondo fa. Della lavorava al gruppo parlamentare di DP, una persona gentile e squisita. Delle cose che ci accomunavano, una era più forte di tutte: l'amicizia con Massimo Gorla. Quando se ne andò non riuscimmo ad incontrarci. Ci parlammo al telefono anche quando, di lì a poco, pubblicammo con la Sinnos un libro di testimonianze dedicato a Massimo. E poi più nulla, le storie ti portano a spasso per le vie più traverse. A Trento non ci si passa così facilmente, a Roma un po' di più, ma sempre di fretta.

Così, nel rivedersi dopo tanto tempo, la preoccupazione è quella di non riconoscersi. Ma Della, con il suo sorriso, è inconfondibile. E' felice di essere a Trento, "un altro mondo" osserva. Ci si racconta delle nostre vite, buone ci diciamo. E così dopo un caffè e la promessa di rivedersi a breve, ognuno ritorna sulle proprie strade.

Nel tardo pomeriggio, alla Biblioteca Comunale, c'è la presentazione di "Biscotti al Cardamomo", il primo romanzo di Antonio Riccò. Qui gli anni saranno almeno trenta, forse trentacinque. Quando Antonio se ne andò via da Riva del Garda per andare prima in Sud Tirolo e poi in Germania (dove ancora vive), eravamo giovani politicamente impegnati, in un decennio - gli anni '70 - di profonde trasformazioni. Le nostre strade non si sono più incontrate fin quando un messaggio consegnato all'elettronica non ci ha rimessi in comunicazione. Anche con Antonio ci si riconosce al volo, al suo volto la vita non ha fatto granché. E' bello abbracciarsi dopo un così lungo tempo, anche se poi troppe sarebbero le cose da dirsi. Per cui lui affida alle parole la storia di Tariq, clandestino afgano che muore sotto un camion al quale aveva affidato la sua speranza di futuro, per descrivere il suo stare al mondo. Intrecciando storie di vita, fra il Trentino, l'Europa ed altre terre solo apparentemente lontane. Mentre lo accompagno alla stazione dei treni, ci lasciamo con l'impegno di leggerci e di scambiarci qualche pensiero.

Accanto a tutto questo, il lavoro di tutti i giorni, fatto di incontri, riunioni, studio, telefonate, cose da organizzare, appunti. Domani c'è un appuntamento importante sul tema dell'acqua, vorrei prendermi degli impegni che poi sono in grado di rispettare. La matassa è bella complessa e così ne parlo con Emilio Molinari, uno dei responsabili del Contratto mondiale sull'acqua ma soprattutto vecchio amico, che l'indomani sarà con me fra i relatori dell'incontro di Rovereto. Anche in questo caso, l'autonomia ci può venire in aiuto, purché la si sappia usare intelligentemente.
 

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