"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

04/11/2010 -
Il diario di Michele Nardelli
Tien an men
Giornata intensa che si chiude con la serata sulla Cina promossa dall'associazione Italia Tibet. Ospite d'eccezione Giampoalo Visetti,  già direttore del Trentino ed ora inviato speciale de La Repubblica nel grande oriente. Ci racconta di come il centro del mondo si stia spostando rapidamente e di come il 2010 sia stato un anno cruciale nel processo di ridislocazione dei poteri globali.

Hu Jintao è stato indicato proprio in questi giorni dalla rivista americana Forbes come l'uomo più potente del mondo, scavalcando il presidente Usa  Barack Obama. La Cina è diventata, superando il Giappone,  la seconda potenza economica mondiale, destinata a diventare la prima entro il 2020. Al tempo stesso è già oggi il primo paese come numero di miliardari, a significare che il grosso degli affari si svolgono su quei meridiani. E, ciliegina finale, il Plenum del comitato centrale del Partito Comunista Cinese ha già, a scanso di equivoci, indicato chi sarà il successore di Hu Jintao, ovvero Xi Jinping, personaggio sconosciuto ma conservatore comunista che guiderà la Cina fino al 2022.

Senza dimenticare che già oggi la Cina ha in dotazione il computer più veloce del mondo, esporta non sono carabattole ma anche alta tecnologia, ha un tasso di crescita media a due cifre, sviluppa una politica estera fondata sulle relazioni economiche che la porta ad essere il paese di riferimento per l'Africa e il Sud America, acquista una parte significativa del debito degli Stati Uniti tanto da condizionarne le sorti finanziarie, esplora lo spazio, ha risorse energetiche da vendere...

Tutto questo avviene in una miscela che affascina e preoccupa il mondo intero, il comunismo come sistema politico e il neoliberismo come profilo economico. Un paradosso ? Che il neoliberismo ben si sposi con il comunismo in salsa cinese è una realtà. Insomma, Marx avrebbe buoni motivi per rigirarsi nella tomba.

Paradosso o meno, la sostanza è che quel che accade in Cina è affare interno, il generale cinese protagonista della repressione di Tien an men viene premiato dalle Nazioni Unite, nessuna delle potenze mondiali osa mettere la questione del Nobel Liu Xiaobo sul piatto delle relazioni con la Cina, il governo cinese chiede a tutte le cancellerie di disertare la cerimonia di Oslo per il Nobel al dissidente incarcerato e persino il presidente Napolitano, in visita ufficiale in Cina la scorsa settimana, si guarda bene dal porre la questione definendo "stravagante" l'appello firmato da 14 premi Nobel che chiedevano una presa di posizione del G20 a favore di Liu. Come stravagante diviene parlare dei campi di rieducazione (Laogai), delle migliaia di esecuzioni, della negazione della libertà di espressione. Gli accordi commerciali sono ben più importanti delle carte dei diritti umani, tanto che l'effetto dell'interlocuzione con il Dalai Lama da parte dei paesi attenti alle richieste di autonomia del Tibet comporta un calo delle esportazioni in Cina variabile fra il'8 e il 15%.

C'è davvero di che riflettere. Difficile immaginare che la resistenza di pochi tibetani possa scuotere la potenza del nuovo secolo, la quale non può fare a meno delle acque dell'Himalaya né del controllo del confine con l'altra potenza regionale che l'insidia da vicino, l'India, paese che ha un tasso di sviluppo ancora più alto del colosso cinese. Si capisce così l'emozione di Kando, la sua voce rotta dall'angoscia, che vorrebbe far valere la ragione della cultura sulla forza del potere. E che chiude simbolicamente la serata.

E' importante il racconto, quello che cerca di descrivere piuttosto che piegare la realtà al proprio punto di vista. Tracce di buon giornalismo. Avrei un sacco di domande e curiosità, forse un giorno mi capiterà di andarci, anche se una città come Pechino la cui espansione la porterà entro pochi anni ad avere 80 milioni di abitanti un po' mi spaventa. Certo è che lo strabismo di cui spesso parlo nei miei interventi pensato dal sol levante fa venire il capogiro.

E' di strabismo che parlo anche nell'incontro svoltosi prima dell'incontro sulla Cina con il gruppo di insegnanti che intendono dar vita ad una nuova associazione, Docenti Senza Frontiere. Una bella suggestione, che richiede visione, approcci non retorici, capacità di rispondere alle aspettative che un'iniziativa di questo tipo richiede. Perché questo nucleo iniziale viene da un solo plesso scolastico, quello di Trento-Mattarello, ma il progetto riguarda la città, il Trentino e, a guardar bene, tutto il paese.

Michele Toccoli, che dell'iniziativa è uno dei promotori, prova a mettere quasi per gioco sul web l'idea e in poche ore gli arrivano decine di adesioni da ogni parte d'Italia, senza nemmeno una carta d'intenti.  Al momento siamo solo ai primi passi, ma la cosa è indubbiamente interessante. Ha a che vedere con un modo diverso di pensare la pace e la cooperazione ma anche con il tema dell'educazione permanente e dell'aggiornamento professionale. Nasce dall'esperienza concreta delle relazioni di una scuola con un'altra scuola di una periferia abbandonata e deliziata nel '99 dai bombardamenti umanitari con l'uranio impoverito, a Bogutovac, nei pressi di Kraljevo.

In questi giorni colpita da un forte terremoto. Ci arrivano notizie di qualche centinaio di famiglie costrette ad abbandonare le proprie case pericolanti: insomma, piove sul bagnato. Proviamo ad attivarci con le nostre comunità, evitando - per favore - gli sproloqui ideologici di chi pensa di aiutare la Serbia come baluardo dell'anticapitalismo. Piano piano se la stanno comprando a pezzetti gli affaristi di tutto il mondo, la Philip Morris in testa a cui è riconducibile il 50% degli investimenti USA in Serbia e in Monenegro. A proposito, lo sapevate che Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fiat, siede nel Consiglio di Amministrazione della multinazionale statunitense?

 

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