"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

10/06/2010 -
Il diario di Michele Nardelli
Valsugana
Prima di affondarmi di nuovo in Consiglio provinciale, stamane m'incontro con i dirigenti e l'assessore all'urbanistica del Comune di Trento per le procedure burocratiche che vanno superate per rendere possibile l'idea del "Cafe de la Paix". Un progetto che abbiamo deciso di realizzare come Forum e che a me sta molto a cuore, ma che incontra difficoltà di varia natura. Insomma, non basta avere una buona idea e la disponibilità dei locali, c'è - com'è giusto che sia - tutto un iter realizzativo che deve essere rispettato. Superato il quale dovremmo individuare il soggetto che ne diventerà l'anima, cosa tutt'altro che secondaria. Ma il fatto di dar vita nel cuore della città ad un luogo bello, accogliente, disteso dove promuovere l'attività del Forum e delle istituzioni/associazioni che ne fanno parte, è un piccolo sogno da realizzare.  

Arrivo in Consiglio che l'appello è alla seconda chiamata. Tutta la mattina se ne va nella discussione dell'articolato della legge sul turismo, tema che avrei voluto seguire ma non si può star dietro ad ogni cosa e far parte di un gruppo numeroso ci permette di dividerci il lavoro proficuamente. Alle 13.00 usiamo la pausa pranzo per una riunione di gruppo. Un solo punto all'ordine del giorno, la questione se presentare o meno un'iniziativa legislativa sui limiti di emissione industriale sul territorio trentino. Il consigliere Kessler, in occasione di una manifestazione dei Comitati della Valsugana di sabato scorso, aveva annunciato la presentazione di questo disegno di legge che a noi era stato recapitato via posta elettronica il giorno precedente. Ora, su un tema tanto delicato, che ha visto l'assessore Pacher e tutta la Giunta in prima linea nei mesi scorsi, ci sarebbe stata la necessità di tempi di approfondimento tecnico e politico ben diversi. Obiezioni di merito e di metodo, dunque. Di merito, perché la questione non riguarda solo le emissioni dell'acciaieria bensì il futuro della Valsugana e su questo ci sono fra noi posizioni diverse che meritano un confronto pacato, senza dover rincorrere nessuno. Di metodo, perché non si può non capire le implicazioni politiche di un atto legislativo su un tema tanto delicato, che avrebbe meritato di avere come ambito di confronto la nostra delegazione di giunta e più in generale la maggioranza piuttosto che i comitati spontanei.

Del resto, la politica non s'inventa. Non è  rappresentabile in bianco e nero. Mettere mano alle normative può essere utile, così come disegnare una strategia di fuoriuscita dal modello di sviluppo che le Acciaierie rappresentano in Valsugana. Per farlo occorre un gruppo di lavoro che approfondisca il tema, un confronto ampio nel gruppo e nel partito, a cominciare dal territorio interessato, un lavoro di condivisione nella maggioranza, utile ad evitare spaccature in aula e prima ancora in Commissione, luogo deputato al confronto anche con le parti sociali. Si è invece preferito portare questa cosa all'attenzione dell'opinione pubblica, con il risultato di metterci in difficoltà piuttosto che aiutarci. Il metodo, come sappiamo, è sostanza. Che la politica si faccia sui giornali è noto, ma non per questo meno deprecabile.

Corro in aula per la sessione pomeridiana, anche perché arriva subito in discussione la mozione che mi vede primo firmatario sul riordino degli impianti della telefonia mobile. Un tema che ha generato e genera allarme sociale, tanto sul piano degli aspetti urbanistici quanto su quello della salute dei cittadini. La mozione, dopo un articolato dibattito, viene approvata all'unanimità (ne parlo nel pezzo dedicato).

Esco dall'aula e subito i giornalisti mi chiedono che cosa abbiamo deciso, ovviamente riferendosi al disegno di legge sull'acciaieria. Che il Consiglio abbia appena approvato una mozione sugli impianti della telefonia mobile non gli importa un fico secco, è altro che solletica le loro attenzione. Decidiamo comunque di affidare ad un comunicato del gruppo la decisione che abbiamo assunto di darci il tempo necessario per un'azione condivisa sul tema delle emissioni industriali.

Va in discussione anche la mozione sulle celebrazioni del centocinquantenario dell'Unità d'Italia, presentata dal consigliere Anderle. Un testo che mi lascia perplesso. Gli esprimo personalmente il mio disappunto perché non c'è una parola sul nodo vero che oggi abbiamo di fronte, ovvero che la dimensione nazionale è quella che meno risponde ad una nuova polarità data dalla dimensione sovranazionale e da quella locale/regionale. Mi sento in dovere di intervenire per indicare una diversa chiave di lettura del documento proposto, l'esigenza di affrontare questo anniversario con il rigore e la delicatezza che è necessario usare quando si mette mano alla storia, e una prospettiva di superamento del tempo degli stati nazionali. Un intervento che sento apprezzato da molti. Ma anche di questa cosa, l'unico aspetto che conta per i nostri cronisti è il fatto che il Patt voti contro, dividendo sul tema dell'unità d'Italia la maggioranza.

In queste stesse ore si vota al Senato la cosiddetta "legge bavaglio" sulle intercettazioni telefoniche. Un provvedimento grave ed odioso per la libertà di stampa e per la lotta al crimine organizzato. Il mio sostegno, dunque, a tutte le iniziative che vanno nel senso di contrastare le decisioni che a colpi di fiducia la maggioranza impone al Parlamento. Ciò detto, una considerazione. Il crimine organizzato si combatte con gli strumenti adeguati ad un'azione efficace di contrasto, certamente, ma anche con un lavoro affinché la cultura dell'illegalità non attecchisca nei comportamenti della gente. Lo stesso vale per la libertà di stampa, che si afferma contrastando ogni forma di censura, ogni forma di concentrazione monopolistica ed anche ridando dignità ad una professione, quella giornalistica, che chiede di essere riqualificata. Quello stesso messaggio emerso con forza nei giorni del festival dell'economia.

 

 

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