"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

15/06/2010 -
Il diario di Michele Nardelli
Innsbruck
La giornata di lavori del Consiglio Regionale di oggi è la testimonianza del suo ruolo ormai largamente residuale. Una palestra di parole ripetitive ed inutili, se non a comprendere che la Regione deve essere radicalmente ripensata. Non sciolta, considerato che il sistema autonomistico s'incardina costituzionalmente sulla Regione, ma svuotata definitivamente delle competenze che ancora le rimangono addosso e riempita di senso politico, come luogo d'incontro di due autonomie mature, in una prospettiva euroregionale ed europea.

Togliere di mezzo le ambiguità di un assetto istituzionale da sempre considerato estraneo dalla componente tedesca, usato nel secondo dopoguerra come grimaldello per trasformare una maggioranza provinciale in una minoranza regionale, visto all'opposto come ultimo baluardo dalla destra italiana, sarebbe un'operazione verità che permetterebbe contestualmente di delineare un accordo politico scelto anziché imposto.

Per raggiungere un tale risultato occorrerebbe un percorso di elaborazione almeno in parte condivisa del conflitto sudtirolese e un lavoro per niente facile di riconciliazione. Complesso, doloroso, certo... ma possiamo permetterci di non farlo? Non una proposta di riforma per questa legislatura, ma l'avvio di un confronto che prima o poi bisogna pur iniziare. A meno che non si pensi che tutto si possa risolvere lasciando le cose così come stanno, col tempo e con la pancia piena. La storia ci insegna che sarebbe un tragico errore.

Non credo, in cuor mio, che la politica sia in grado nemmeno di abbozzare un tale percorso, ma questo non significa che non ci si debba provare. L'ho proposto già da qualche mese al Gruppo regionale e nella riunione di oggi nell'intervallo del pranzo ritorno alla carica. Non trovo entusiasmi, un po' perché non c'è stata fra noi mai occasione di parlarne, un po' perché le dinamiche fra noi sono condizionate da vecchie appartenenze e a nuove affinità elettive. E' la realtà, inutile nascondercelo, di una sintesi politico culturale ancora da venire ma anche di una politica che ha smarrito ogni senso progettuale.

In tarda serata, in una concitata riunione della prima commissione regionale che discute di nomine, di fronte a qualcuno che pone il tema di criteri di trasparenza e professionalità oggettiva come possibile proposta di legge regionale, me ne esco con una battuta sulla caducità di questa istituzione e, d'improvviso, leggo negli occhi dei consiglieri SVP presenti un lampo di luce a metà fra lo stupore e la meraviglia. Il che mi fa pensare che dovremmo prenderci la responsabilità di avviarla questa discussione. Cos'altro può essere se non questo, la terza fase dell'autonomia? 
 

0 commenti all'articolo - torna indietro

il tuo nick name*
url la tua email (non verrà pubblicata)*

Link ad altri siti

  • link al sito Sifr - la solitudine della politica
  • osservatorio balcani
  • viaggiare i Balcani
  • link al sito Forum trentino per la pace e i diritti umani
  • Sito nazionale della associazione Sloow Food
  • link al sito dislivelli.eu
  • link al sito volerelaluna.it
  • ambiente trentino
  • pontidivista
  • Sito ufficiale della Comunità Europea