"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

19/06/2010 -
Il diario di Michele Nardelli
una presentazione del libro
Effettivamente alle prime luci dell'alba il suono della sveglia non è dolcissimo. Compensato però dall'eleganza del capriolo che pascola davanti casa. E' un giovane maschio della piccola colonia che si è insediata nella fitta boscaglia di noccioli intorno a casa. C'è anche una femmina con il cucciolo di pochi mesi che spesso s'incontra lungo la stradina.

L'appuntamento è poco dopo al piazzale Zuffo con Emiliano Bertoldi e Fabio Pipinato e via, in direzione di Bagnacavallo (Ravenna), dove abbiamo previsto un incontro di restituzione dopo le oltre cinquanta presentazioni di "Darsi il tempo", il libro sulla cooperazione di comunità scritto a quattro mani con Mauro Cereghini. Mauro è già lì che ci aspetta, perché proprio ieri sera a Ravenna c'era una serata su questi temi.

Molti degli amici che avrebbero dovuto esserci alla fine non ci sono ma, ciò nonostante, incontriamo un bel gruppo di persone provenienti da diverse regioni italiane, la discussione è intensa e fertile, tanto che si decide di fare una pausa pranzo e riprendere nel pomeriggio.

Attorno alla cooperazione internazionale evidenziamo due aspetti fra loro contraddittori. Da una parte il sempre più forte identificarsi della cooperazione con l'emergenza, fatta di interventi umanitari che piovono dall'alto e di foundreasing attraverso gadget, telefonini e partite del cuore. Dall'altra il crescere di una visione critica della cooperazione tradizionale e di una crescente cittadinanza delle nostre idee per una cooperazione fra territori capace di interrogarsi sul senso e sulla sostenibilità delle azioni.

Il fatto che anche nel mondo delle Ong il dibattito sia aperto e la nostra riflessione sia diventata un punto di riferimento (l'ultima richiesta d'incontro ci è venuta nei giorni scorsi dalla Sicilia da parte di Francesco Picciotto, presidente di un'associazione che si chiama Tulime onlus presente in undici regioni italiane) per chi s'interroga sulla cooperazione anche nelle grandi federazioni delle Ong, è un bel risultato.

Decidiamo poche cose. Intanto nessuna associazione, nessun coordinamento, nessuna contrapposizione: semplicemente uno spazio virtuale di pensiero che sarà ospitato e animato dal portale di Unimondo, per raccogliere idee, racconti, esperienze... ma anche una bibliografia ragionata, materiali di approfondimento, filmati e tutto quel che può servire a descrivere un mondo in rapida trasformazione e una cooperazione che ci dia gli strumenti per abitarla criticamente. L'estate servirà a predisporre lo spazio e a raccogliere le energie di tutte le persone, quelli che a Bagnacavallo c'erano e quelli che hanno manifestato il loro interesse. E poi, quando lo riterremo necessario, ci si rivedrà.

Passano dall'antico Convento francescano di Bagnacavallo anche Gianni Rigotti e sua moglie. Non lo vedevo da un anno (lei da molto di più, per la verità) ma in questo passaggio di tempo Gianni ha intrapreso una battaglia di quelle belle toste a suon di chemioterapia. Lo trovo smagrito ma tonico e con una gran voglia di buttarsi alle spalle la malattia. Gianni è stato uno dei nostri primi consiglieri comunali in Val di Non, fin quando - più di venticinque anni fa - ha deciso di trasferirsi con la famiglia a Secchiano Marecchia, fra Rimini e Pesaro. Ora avverte il richiamo delle radici, tant'è che non passa giorno che non mi arrivino idee e proposte di lavoro molto stimolanti. E anche consigli, primo fra tutti quello di darmi una calmata.

Verso le cinque pomeridiane ci salutiamo e prendiamo la strada verso casa. La campagna della provincia di Ravenna in questa stagione è spettacolare, il verde è intenso così il giallo dei campi di frumento, da noi pressoché scomparsi insieme ai papaveri. Che si trasforma in grigio e nero quando incontriamo un fortissimo temporale "tropicale", vento, acqua e grandine che mettono alla prova il nostro procedere. Quando entriamo in autostrada ancora piove ma ce la facciamo ad arrivare in stazione a Trento giusti per prendere il treno che porterà Mauro verso Bolzano. Fra due giorni è estate ma sulle montagne intorno a Trento è riapparsa la neve.
 

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