"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

28/06/2010 -
Il diario di Michele Nardelli
la grande moschea di Cordoba
Lunghe dormite, il desiderio di stare al sole, il mare di Berchida e di Bide Rose (poco a nord di Orosei), la quiete e i sapori dell'agriturismo Guthiddai che da qualche anno ormai ci accoglie in quest'angolo della Barbagia, le letture.

In queste ore ho finito di leggere il libro di Maria Rosa Menocal "Principi, poeti e visir", un affresco di quel passaggio di tempo (dalla metà dell'VIII secolo e fino alla fine dell'XI secolo) che vide sorgere e svilupparsi nel Mediterraneo occidentale, fra la penisola iberica ed il Marocco, il califfato indipendente di al-Andalus. Un'esperienza straordinaria di incontro e di convivenza fra musulmani, ebrei e cristiani che rappresentò non solo un'isola di tolleranza ma, attraverso le traduzioni dall'arabo, il diffondersi in Europa di Platone e Aristotele, o dei saperi nelle scienze matematiche e architettoniche. Si pensi che nella biblioteca di Cordoba, la capitale del califfato di al-Andulus, si contavano quattrocentomila volumi quando la più grande biblioteca dell'Europa cristiana conteneva non più di quattrocento manoscritti. Il libro della Menocal racconta di quel Califfato, degli anni delle città stato musulmane che ne seguirono, del sopravvento dei regni di Castiglia e si conclude simbolicamente con la cacciata dei mori e degli ebrei dalla Spagna nel 1492.

Quell'esperienza andò in pezzi ma i frammenti di quella vicenda hanno continuato a germogliare (e a fare paura). Tant'è vero ancora oggi i fondamentalismi (e le nuove guerre) hanno come obiettivi militari le testimonianze dei sincretismi che si generarono lungo la storia. Perché buona parte degli antichi manoscritti della cultura ebraica sefardita (Sefarad è il nome ebraico di al-Andalus) bruciarono nel 1992 insieme alla Biblioteca nazionale di Sarajevo e all'Istituto orientale di quella città. E potremmo dire la stessa cosa di Baghdad, l'antica capitale degli Abbasidi che negli stessi anni del califfato di al-Andalus diedero corpo al grandioso progetto di traduzione della filosofia greca in arabo, il cui museo nazionale venne bombardato dai nuovi barbari in nome dello scontro di civiltà.

Storie non elaborate, scomparse dalla coscienza comune. Partiremo da qui, proprio dal 1492 e dal racconto di Fernand Braudel "Civiltà e imperi del mediterraneo nell'età di Filippo II", con il percorso del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani sulla "cittadinanza euro mediterranea", un impegno lungo un anno e più per diffondere nella nostra comunità l'idea che le identità sono il frutto dell'incontro e sempre "in divenire". Anticorpi.

 

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