"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

06/07/2010 -
Il diario di Michele Nardelli
L\'incontro in sala Aurora
In una giornata interamente dedicata al Consiglio Regionale, l'unico momento utile e interessante è l'incontro, nella pausa pranzo, con il Gruppo anziani di Lardaro in visita al Consiglio Provinciale. Lardaro è un piccolo Comune della Valle del Chiese, poco più di duecento abitanti. Ma nella Sala Aurora di Palazzo Trentini ci sono almeno una cinquantina di persone.

Periodicamente i consiglieri sono chiamati ad incontrare i gruppi e circoli delle nostre comunità per illustrare loro l'attività del Consiglio provinciale ed oggi tocca a me. Sono cose che faccio volentieri, perché si tratta di un incontro diretto, non mediato dall'appartenenza politica o culturale, come quasi sempre accade quando si va sul territorio. Dove senti il polso di quel che si dice e si pensa fra la gente qualsiasi. Ovviamente dipende anche da te, dalle cose che racconti, da quanto ti spingi a provocare le reazioni di chi ti ascolta.

Cerco di evitare, in buona sostanza, di parlare dei meccanismi di funzionamento delle istituzioni, per cercare invece - ogni volta che mi si presenta questa opportunità - di proporre argomenti diversi e che immagino possano destare una qualche attenzione. E così questa volta parlo con loro di una cosa che mi preoccupa e che immagino possa toccare nel vivo queste persone un po' avanti con l'età. Gli parlo della solitudine, del fatto che si vive in un presente privo di memoria del passato e di visione per il futuro. Per esempio di quanto ci siamo dimenticati in fretta che il Trentino fino all'inizio degli anni '70 era terra di emigrazione, che la nostra è una storia di migranti perché in Trentino non c'era di che vivere.

Questo mi permette di parlare di molte altre cose. Del tema dell'autonomia, di una Regione che ha ormai esaurito il proprio ruolo e del fatto che il secondo statuto di autonomia è stata la chiave di volta della ricchezza di questa terra. Dell'educazione permanente, perché senza la capacità di meditare sul passato non saremo nemmeno in grado di costruirci futuro, ma soprattutto perché in un contesto di profondi cambiamenti, solo una comunità consapevole è in grado di affrontare le nuove sfide che il tempo ci pone. Dei temi dell'interdipendenza e della necessità di mettere a fuoco quel che accade, che non corrisponde esattamente all'informazione gridata dei giornali. Di che cosa significa occuparsi di ambiente e di pace. E infine del significato di fare politica, ovvero quella dimensione che dovrebbe far sentire meno sole le persone. Della partecipazione nelle nostre comunità, in tutte le loro forme.

Vedo che le persone mi seguono con molta attenzione, in molti annuire alle mie argomentazioni, altri intervenire o fare domande. Così parliamo delle mozzarelle blu, della legge sulle filiere corte e sull'educazione al consumo, oppure dei tentativi di privatizzazione dell'acqua, del referendum nazionale e delle nostre prerogative autonomistiche sulle quali stiamo lavorando.

Mauro Larentis, il funzionario del Consiglio provinciale incaricato delle visite guidate, è visibilmente soddisfatto. Non so come si svolgono gli incontri con gli altri consiglieri, ma credo che questo lavoro di avvicinamento dei cittadini alle istituzioni sia tutt'altro che banale. L'incontro si conclude con un forte applauso e con molte persone che si avvicinano per complimentarsi, il che ovviamente non può che far piacere, soprattutto se penso a quanta avversità verso politica ed istituzioni c'è in giro.

Ritorno in Consiglio regionale. Si trattano una serie di mozioni, ma la sensazione è di essere di fronte ad un rituale stanco ed inutile, al di là del merito di ciascun argomento. Che poi viene trattato con la superficialità dell'improvvisazione e spesso della demagogia, come nella discussione sulla mozione dei Verdi contro la realizzazione della terza corsia sull'A22. Cosa giusta, sia chiaro, ma che scatena una discussione che porta la Lega e la destra italiana a sostenere insieme alla terza corsia anche il completamento della Valdastico. Si discute, ma in realtà il confronto non c'è, semplicemente perché uno può dire le cose che vuole e non c'è un barlume di onestà intellettuale. La mozione per dire no alla terza corsia viene approvata, ribadendo così un orientamento che già nelle passate legislature è stato affermato.

Nelle mie considerazioni non vuole esserci alcun intento contro le nostre istituzioni, ma l'urgenza di mettere mano all'assemblea regionale e a quel che ne discende è davvero inderogabile.

 

 

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