"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
Devo dire che l'impegno formativo mi preme molto, trasmettere esperienze, stimoli di riflessione, sguardi sul tempo è forse la cosa che vorrei saper fare. La risposta che viene dai corsisti è positiva e allora cominciamo subito con le domande, i chiarimenti, gli approfondimenti. Riguardano la necessità di mettere mano alle parole, ovvero la nostra cassetta degli attrezzi per descrivere un mondo in continuo cambiamento. Oppure il ruolo delle superpotenze nelle aree di conflitto, laddove un tempo si giocavano le aree di influenza ed oggi i processi globali della finanziarizzazione o il controllo delle risorse fatto passare per "scontro di civiltà". O, ancora, il senso dell'agire individuale in contesti tanto interdipendenti quanto vasti. Le domande sono stimolanti, e spero anche il mio argomentare. Così due ore passano in un lampo. Provo ad offrire loro uno sguardo disincantato sulla cooperazione, ma anche curioso verso il desiderio di scavare nella storia e nelle vicende, capace di meraviglia per la bellezza di quel che sapremmo fare e delle relazioni, consapevole insieme dei lati oscuri della natura umana. Il loro corso di formazione finisce qui, ma ho un po' la sensazione di aver aperto in loro qualche finestra che forse va oltre la ragione per la quale avevano scelto di iscriversi a questo percorso formativo. O, almeno, spero che sia così.
La Spagna prevale piuttosto nettamente sulla Germania. Se la giocherà con l'Olanda e saprò per chi fare il tifo. Sarebbe davvero increscioso che a vincere i primi mondiali del Sudafrica fosse quel paese che nel suo passato coloniale soggiogò l'antica Azania attraverso la dominazione boera (in olandese, contadino) che portò all'apartheid.
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