"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

12/07/2010 -
Il diario di Michele Nardelli
Lago di Caldonazzo
In questa calda giornata estiva ci riuniamo sin dal primo mattino sulle rive del Lago di Caldonazzo, in località Valcanover. C'è il Coordinamento del PD del Trentino, il Gruppo consiliare, gli assessori provinciali, i parlamentari trentini del PD: un incontro informale, che corrisponde al bisogno di capire sin d'ora quale dovrebbe essere l'approccio verso il 2013.

Che senso ha discutere della fine di una legislatura praticamente appena iniziata? Domanda più che legittima, ma non possiamo far finta di non vedere o sapere che se ne parla, che sono iniziate le grandi manovre, che all'ordine del giorno dell'assemblea di Vezzano dell'UpT c'era anche questo, che oggettivamente costruire il "dopo Dellai" non sarà semplicissimo. E che l'impronta che assumeranno sin d'ora i rapporti nel centrosinistra autonomista segneranno anche l'approdo al 2013.

Questo tanto per essere chiari non riguarda solo la "contesa" su chi sarà il presidente della Provincia Autonoma di Trento o sul metodo della sua individuazione (primarie?) ma significa discutere attorno ai temi che ci hanno fatto fibrillare nei mesi scorsi (le acciaierie e il futuro della Valsugana, la scuola, ecc.) e, più in generale, di quale modello di sviluppo vogliamo per il Trentino, delle risorse dell'autonomia e delle grandi opere che richiederanno investimenti decennali (Metroland tanto per cominciare), l'idea di un Trentino europeo (che investe il ruolo della Regione e la questione del terzo Statuto di autonomia).

Di questo parliamo in un dibattito intenso, che rileva come gli approcci alle questioni siano quanto meno articolati e del fatto che richiederebbero spazi specifici di approfondimento. Se penso al vuoto di confronto collettivo che caratterizza il gruppo consiliare... E' proprio questo approccio collettivo a venir posto con forza dal segretario Michele Nicoletti, un'idea partecipata della politica che condivido. I temi toccati richiedono una certa delicatezza e per questo ci viene richiesta giustamente una sorta di consegna del silenzio. Anche questo corrisponderebbe ad una dimensione collettiva, che oggi fatica a venir praticata.

Così anch'io nel mio "diario di bordo" mi limito a parlare dei titoli, più che del merito. Il confronto è certamente utile, pone la necessità di avere più occasioni come questa di confronto, ma ho l'impressione che via sia uno iato fra questa dimensione e una pratica politica che segue linee più sotterranee. Le idee diverse non sono un problema, purché se ne discuta apertamente e con la volontà di costruire sintesi condivise. Il problema è che se la politica non è gridata non ha ascolto, tant'è che nell'articolo domenicale di Piergiorgio Cattani sul "Trentino" dedicato al gruppo consiliare provinciale del PD nelle sue pagelle (non lusinghiere, per la verità) omette di parlare di due consiglieri, fra i quali il sottoscritto. Non so se considerarlo un complimento o una considerazione di insignificanza...

Il ristorante Ciolda ci propone anche un pranzo dai sapori di mare e di lago. Non male, devo dire. Così come l'idea di riprendere confidenza con questo luogo del Trentino, un lago che nella mia gioventù rappresentava l'estate e che oggi vivo come luogo estraneo.

Il tempo è tiranno. Alle tre del pomeriggio mi aspetta Armando in ufficio, successivamente vedo Nino e poi preparo gli appunti per l'incontro sul tema dei diritti umani che ho alle 18.00 alla sala di rappresentanza della Fondazione Caritro. A proporlo un'associazione di amicizia con il Tibet che fa parte del Forum, dove mi si richiede l'intervento di apertura. Cerco di evitare ogni sorta di ritualità, portando un contributo nel merito di come il tema dei diritti umani vada cambiando in virtù delle trasformazioni del tempo. E di come i diritti umani ci riguardino in prima persona non solo perché siamo persone sensibili e cittadini del mondo, ma investono prossimità sempre più diffuse. I diritti umani bussano alla porta accanto, sono le forme di esclusione dietro l'angolo di casa, sono la deregolazione (la cifra del tempo) che si riverbera in tempo reale sulle nostre vite. I diritti umani investono anche i nostri stili di vita, i nostri consumi quotidiani, il nostro abitare in modo responsabile un mondo sempre più interdipendente. I rappresentanti di Amnesty International raccontano l'evoluzione che ha avuto il loro stesso approccio verso i diritti umani, cosa che avverto in sintonia con le mie parole. Il monaco tibetano Geshe Gyatso e l'amica Khando Zhetsa, da poco nominata rappresentante delle donne tibetane in Italia, mi invitano ad andare in India, nei luoghi del loro esilio, a fine agosto. Cosa che vorrei riuscire a fare e che ho messo in agenda. Vedremo.

La giornata non sarebbe ancora finita. L'assemblea del PD del Trentino discute di regolamenti, ma l'estate si fa sentire e manca il numero legale.

 

 

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