"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

13/07/2010 -
Il diario di Michele Nardelli
Nembro, il luogo della tragedia
 

Prima giornata di una lunga tornata consiliare che ci occuperà per tutta questa settimana e per alcuni giorni della prossima. Il mattino se ne va con le interrogazioni a risposta immediata, occasione di visibilità per i consiglieri nel porre quesiti che prevedono una risposta immediata da parte della Giunta. Nulla di particolare da segnalare. Nel pomeriggio discutiamo di nulla. Così si può definire la proposta di legge del consigliere Giovanazzi che propone nuove indennità per i membri della Giunta provinciale, senza nemmeno sapere che nel corso della passata legislatura la Giunta e il presidente si erano già ridotti gli emolumenti nelle dimensioni auspicate e fors'anche oltre. Discussione inutile, proposta respinta. Arriva la mozione di Firmani (Italia dei Valori) sulla riduzione dei Comuni del Trentino, irricevibile mi verrebbe da dire, ma comunque testimonianza di un approccio tipico di chi si pone verso questa terra senza conoscerne nulla. La mozione fatica a prendere il voto del suo proponente. Un disegno di legge proposto dalla giunta sulla legge urbanistica provinciale di natura prevalentemente tecnica e poi tutti a casa.

Di buono c'è che nelle pieghe dei lavori qualcosa si riesce a fare. Vedo i giovani volontari di "Cinama Jenin Italy", un gruppo di universitari che il 25 aprile di quest'anno hanno dato vita ad una nuova associazione italiana legata alla realizzazione di un progetto culturale nella città palestinese dedicato alla cultura cinematografica e teatrale. E' l'occasione per parlare di cooperazione internazionale, di medio oriente, del conflitto israelo-palestinese. Vedo attenzione ed anche curiosità per le mie parole, gli propongo di vederci con il loro collettivo per un confronto su questi temi. Leggo di un fatto di cronaca nel bergamasco, un giovane camionista polacco morto dissanguato per un banale taglio ed incapace di chiedere soccorso. Prova a chiamare il 112 ma non riesce a dare indicazioni precise di dove si trova. Lo troveranno il mattino successivo, senza vita. La cosa mi colpisce e allora viene fuori che pur essendo su un tir della Eurotrama di Arco in realtà il titolare della società di Arco afferma che il giovane non era un loro dipendente. Così da una vicenda che appare un banale per quanto tragico fatto di cronaca, emerge la realtà di come sta cambiando il lavoro in Italia e in Trentino. Sì perché Karol Baczek era dipendente di un'azienda italiana delocalizzata nel'est europeo, probabilmente con un contratto di lavoro della Polonia, ovvero con uno stipendio intorno ai 400 euro al mese. Insomma, effetto Bolkenstein, meccanismo che sta devastando il mercato del lavoro e le relazioni industriali. Decido di scriverne.

Telefonate e incontri si susseguono. Sento Michele Rumiz per accordarmi sul meeting che si svolgerà nel fine settimana a Sofia: ho assunto infatti con Slow Food l'impegno di intervenire alla prima edizione di Terra Madre Balcani. Mi vedo con Francesca Zeni e Martina Camatta per concordare le questioni che verranno trattate l'indomani sul nuovo protocollo per il Centro interculturale Millevoci.

 

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