"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

23/07/2010 -
Il diario di Michele Nardelli
venezia immagine
Il giovedì trascorre nell'aula del Consiglio. Si conclude il voto sulla riforma del commercio, finisce pure la discussione su una leggina che riguarda la scuola, per mettere mano ai concorsi nelle scuole professionali e in quelle dell'infanzia. Non pensate che mentre scorrono i lavori consiliari non si faccia altro. E' un continuo andirivieni di persone, incontri, riunioni. Poi si lavora ad altro, in una normale divisione del lavoro e anche delle competenze. Anche la pausa pranzo diviene un occasione per un aggiornamento delle cose da fare, in questo caso con Francesca, Luisa, Martina del Forum.

Arrivano le prime notizie rispetto al parere della Corte di Giustizia de L'Aja sul ricorso presentato dalla Serbia attorno alla legittimità della dichiarazione di indipendenza del Kosovo. Chiamo in Osservatorio per sentire i primi commenti. Sento Barbara Gruden, giornalista di Radio Rai, parliamo della sentenza e la invito a venire a Pec/Peja ai primi di agosto, in occasione delle manifestazioni per il decennale delle relazioni fra il Trentino e quella municipalità. Parlo con Luka Zanoni, caporedattore di OBC (http://www.balcanicaucaso.org/) e ci accordiamo per un commento per il sito.

Nelle stesse ore il governo italiano decide di attivare i suoi "poteri sostitutivi" in ordine al tema della toponomastica lungo i sentieri di montagna dell'Alto Adige - Sud Tirolo. E' la prima volta che accade e questi "apprendisti stregoni" sono degli irresponsabili, che giocano col fuoco. E questo a prescindere dalla sensibilità "di pietra" dell'Alpenverein, l'organizzazione degli alpinisti di lingua tedesca del Sud Tirolo che ha in gestione la sentieristica locale, nella discutibile scelta di indicare sui cartelli la sola toponomastica di lingua tedesca. Tema delicatissimo e complesso, che andrebbe affrontato in punta di fioretto e sul quale invece s'interviene con la mannaia. Quando non s'impara nulla dalla storia...

Venerdì riprendiamo la maratona consiliare con un nuovo Disegno di Legge, questa volta sul tema dell'educazione e la prevenzione al consumo e all'abuso di sostanze alcoliche. Tema che sprigiona banalità e isterismi. E una legge che servirà a ben poco. Finiamo intorno alle 14.00. Salgo in auto e con Armando Stefani, amico e presidente della Circoscrizione dell'Argentario, partiamo in direzione di Mogliano Veneto dove si svolge "Verso Nord", incontro promosso da un gruppo trasversale di intellettuali, amministratori ed esponenti politici allo scopo di movimentare lo scenario politico italiano ingessato dal bipolarismo.

Avevo ricevuto nei giorni precedenti l'invito a partecipare a questa iniziativa da parte di uno dei promotori, Diego Bottacin, consigliere regionale del PD che ho conosciuto quando era sindaco di Mogliano. Con Armando non siamo i soli trentini presenti. C'è anche Lorenzo Dellai, ovviamente attento a quel che si muove in Italia nella direzione di costruire reti di esperienze territoriali, anche alla luce del parto infelice dell'Alleanza per l'Italia. Il caso trentino è del resto evocato come punto di riferimento tanto nell'introduzione di Alessio Vianello, già assessore veneziano della giunta Cacciari, come in altri interventi che offrono a Dellai l'assist per un messaggio che non è semplicemente di saluto, ma di interesse affinché dai territori nascano esperienze capaci di mettersi in rete fra loro e costituire un fattore nuovo nel panorama politico italiano, quella "nuova offerta politica" che oggi non c'è.

L'elegante tenda di Villa Braida è affollata di gente. Ma non è affatto un salotto, i volti che osservo danno l'idea di un Veneto che ne ha piene le tasche dell'angusta rappresentazione politica che esprime. Devo dire però che dagli interventi che si susseguono fatica ad emergere un profilo politico culturale diverso. Mi fa piacere che Mario Bertolissi citi Silvio Trentin, ispiratore fin dagli anni '80 della nostra stessa ricerca federalista quando della Lega ancora nemmeno si sentiva parlare. Così come è sempre interessante ascoltare Massimo Cacciari, mai banale in quel che dice, quando parla delle culture politiche novecentesche incapaci di interpretare il nostro tempo e della necessità di avviare un processo di natura costituente, per uscire dall'impasse di un bipolarismo che condanna il paese alla deriva (e il PD alla sconfitta). Una seconda repubblica che, secondo Cacciari non è mai iniziata e che richiede di rivedere "i fondamentali". E va proprio al PD l'appello di Cacciari affinché in quel che rimane di questa legislatura s'impegni a mettere mano ad una legge elettorale insopportabile, da tutti definita una porcata, nella direzione di un sistema proporzionale alla tedesca, con sbarramento al 5%. Ma è sul piano della narrazione di una interdipendenza che cambia radicalmente gli scenari e dell'elaborazione di proposte per non esserne travolti che si avverte, qui come altrove, l'assenza. 

Mi aspettavo anche di vedere qualche faccia conosciuta lungo i percorsi della ricerca politica più radicale, ma di amici come Gianfranco Bettin qui a Mogliano Veneto non c'è traccia. Perché non è detto che la radicalità non possa trovare cittadinanza nell'alveo della territorialità.

"Verso Nord" (www.versonord.eu) ha preso così il cammino, se e dove approderà difficile dirlo. E comunque è di rimescolare le carte e cambiare lo schema di gioco che c'è bisogno. Se il Veneto fosse capace di esprimere una soggettività politica in grado di raccogliere energie che il PD non sa attrarre e di scompaginare il centrodestra (la presenza e l'adesione all'iniziativa di Franco Miracco, portavoce dell'ex presidente regionale veneto e ora ministro Galan), non sarebbe affatto insignificante.

Con Armando ci diciamo che è stato utile esserci, mantenere deste le antenne verso quel che si muove, nella convinzione che i processi di scomposizione e ricomposizione della politica italiana sono tutt'altro che conclusi.

 

 

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