"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

02/08/2010 -
Il diario di Michele Nardelli
Val Rugova
Al primo appuntamento prendiamo consapevolezza di come la Municipalità di Peja/Pec consideri oggi la relazione avviata con il Trentino: l'amministrazione locale al gran completo, Sindaco, assessori e collaboratori sono lì ad aspettarci. Dieci anni di cooperazione fanno la differenza rispetto ad una cooperazione internazionale che arriva e se ne va, che mobilita grandi risorse ma che si spesso si riducono ad interventi confusi e insostenibili. Ed oggi rappresentano una straordinaria opportunità di crescita e di scambio che vale ben oltre il pur consistente intervento anche finanziario che il Trentino ha messo in campo in questo arco di tempo.

Lo misuriamo anche sullo stesso lavoro della comunità trentina. Le figure chiave sulle quali conta l'attività del "Trentino con il Kossovo" sono le persone che si sono formate in questo percorso, una potenzialità di grande valore per la comunità di Peja/Pec. Tanto che a loro viene ora affidata la direzione della relazione in Kosovo. Si conclude infatti la presenza di una figura di responsabile esterna al territorio (negli ultimi due anni affidata ad Alessandra Angius, giovane donna sarda a rappresentare il Trentino in questa terra balcanica), passaggio per nulla scontato e semplice che segna una svolta nella relazione fra i territori.

E' di questa assunzione di responsabilità che parliamo anche di fronte al quartiere della minoranza rom ed egiziana, ai margini della città. Le immagini sono di una desolazione straziante, bimbi che giocano in mezzo alla sporcizia, rifiuti che bruciano a cielo aperto, baracche di legno e lamiera, cortili affollati da un'umanità perduta. Il ragazzo che ci accompagna viene da qui, è uno di loro. Ci descrive i problemi di questa gente, il loro degrado materiale e culturale che si traduce in apatia e divisione al loro interno nei rivoli degli interessi individuali, nell'incapacità di esprimere dei rappresentanti, il disinteresse della municipalità. Anche qui, come altrove, occuparsi di zingari non porta consenso e dunque per queste persone non c'è storia. Nella delegazione viene spontaneo di dire "facciamo qualcosa" e, del resto, con un piccolo intervento da parte della nostra ricca Provincia, si potrebbe portare l'acqua che non c'è, realizzare qualcosa per i bambini ed altro ancora.

Si avvia così un confronto fra noi. Serve di più realizzare qualcosa che soddisfi il nostro senso di vergogna  di fronte ad una situazione di così grave indigenza o non invece far sì che dal cuore di quella comunità emergano altre figure come quella di chi ci sta accompagnando,  che siano capaci di far sentire la loro voce nella comunità di Peja/Pec? Ovviamente le due cose non sono alternative, ma la prima senza la seconda non porta da nessuna parte, allieva per un attimo i problemi e poi tutto ritorna come prima. Qualcuno ricorda l'intervento fatto in questa città da Intersos sulla raccolta differenziata. Vennero allestiti i punti di raccolta per la plastica, il ferro, la carta, l'umido, ma senza i mezzi a monte e soprattutto in assenza di un cambio di cultura, tutto tornò come prima nell'arco di pochi mesi ed ora di raccolta differenziata non c'è nemmeno l'ombra, le discariche si ingigantiscono e non resta che bruciarli, talvolta ancor prima di raccoglierli.

Investire in classe dirigente, questo dovrebbe fare la cooperazione internazionale. Sostenere progetti in grado di accrescere la cultura delle persone laddove le nuove guerre tendono a demolire proprio le capacità di una comunità, i saperi che custodisce, l'intellettualità. 

Ci trasferiamo al Centro per una vita indipendente, che in questi anni ha potuto lavorare grazie al sostegno della Comunità di Capodarco e del Gruppo Volano '78 per far emergere dall'oblio le persone con handicap psichico. Anche in questo caso una battaglia prima di tutto culturale con le famiglie che "nascondevano" queste persone e poi con le istituzioni, affinché l'integrazione divenga un'opportunità. Ma per questo c'è ancora tanta strada da fare, servono mezzi, insegnanti di sostegno, classi con un numero non esagerato di ragazzi invece che quaranta come ora avviene.

Torniamo in centro per uno dei passaggi importanti di questo decennale, l'avvio di una Agenzia della Democrazia Locale a Peja/Pec, una porta sull'Europa delle regioni e delle comunità locali. Ci sono con noi i rappresentanti del Congresso dei poteri locali e regionali d'Europa, quelli di ALDA (l'associazione delle ADL), ovviamente le autorità locali e dei territori europei coinvolti. E' la tredicesima che si realizza nell'area balcanica e caucasica. Dove si sono legate alla cooperazione di comunità, le ADL hanno rappresentato un fattore importante di apertura e di relazione con un Europa seppure claudicante. Che dovrebbe darsi proprio il compito di accompagnare la cooperazione di comunità con processi di rafforzamento istituzionale e politico, sul piano della partecipazione, dei diritti, dell'attenzione verso i soggetti più vulnerabili.

Ne parlo con il Sindaco di Peja/Pec, per capire quali potrebbero essere le prime azioni da mettere in campo. Gli chiedo se esistono in Kosovo scuole di formazione politica e quali sono i meccanismi di selezione dei rappresentanti e di passaggio delle competenze. Tema, come potete immaginare, piuttosto delicato ma qui come altrove di particolare attualità. Lavoreremo anche in questa direzione.

Ci spostiamo a Gorazdevac, enclave serba nel territorio municipale di Peja/Pec. Vi abitano un migliaio di persone, ancora isolate in questo buco del mondo. Isolamento che in questi anni, grazie al lavoro del Tavolo, si è andato un po' attenuando. Ma ancora oggi gli abitanti di qui non frequentano la città se non per andare in qualche ipermercato, diventati "zone franche" in nome del denaro. Qui si continua a misurare la separazione, la tensione e il rancore. Una veloce visita ai progetti, una calda accoglienza in una fattoria che partecipa al progetto sull'agricoltura con l'immancabile rakija (la grappa locale). Ci invitano a tavola con loro in questo giorno che per loro è di festa. E' infatti la "slava", la festa del santo della famiglia, forse la più importante di ogni altra festa religiosa, e in questa occasione si invitano amici e parenti a stare insieme. Purtroppo non ci possiamo fermare e il saluto non è solo cordiale: Alessandra che ci accompagna e che oggi conclude il suo mandato non riesce a trattenere le lacrime per l'abbraccio affettuoso delle persone che le portano in dono le lavorazioni artigianali fatte a mano come gratitudine per il suo lavoro in questi due anni.

Il tempo di tornare in città e subito prende il via la festa vera e propria, che coincide con l'inaugurazione del campo da basket e di una mostra fotografica sulle due città (Peja/Pec e Trento) realizzata nel centro culturale Zoom.  Fa caldo, ma il piazzale della festa è gremito di persone, di giovani soprattutto. Agli interventi ufficiali seguono quelli più informali dei ragazzi trentini e del posto che hanno lavorato per giorni all'organizzazione della festa, una piccola performance della squadra femminile di basket, la musica.

Il vicepresidente della PAT Alberto Pacher tocca con mano quel che significa una cooperazione fondata sulle relazioni e nel suo saluto ai presenti dice che i ragazzi venuti in pullman da Trento con la cooperativa Arianna rappresentano la nostra meglio gioventù, a testimoniare come queste relazioni siano importanti per la crescita reciproca. Un investimento, il nostro. Sulla capacità di stare al mondo.

 

2 commenti all'articolo - torna indietro

  1. inviato da michele il 06 agosto 2010 00:32
    Si, ci sono diversi contatti con il mondo della scuola, fra il Trentino e l'area di Peja/Pec. Ma tieni conto che anche in Kosovo in questo periodo le scuole sono chiuse. Fermo restando che se sei interessato ad avviare qualche contatto non ci sono problemi, basta rivolgersi al "Trentino con il Kossovo" e potrai avere tutte le informazioni necessarie. A presto.
    Michele
    PS. Quando arrivi in Trentino?
  2. inviato da gianni il 05 agosto 2010 20:46
    Michele non mi racconti niente della scuola,non vi è stato possibile un collegamento con il corpo docente a qualche livello?
    ciao
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