"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

03/08/2010 -
Il diario di Michele Nardelli
remington
E' ancora notte quando aggiorno il sito da Peja/Pec. Per una generazione come la mia, che ha iniziato a guardare alle cose del mondo e all'impegno politico con strumenti davvero rudimentali, dove l'unico modo di collegarsi era il telefono fisso e le forme di comunicazione passavano dalla trasmissione a voce con i giornali (nei primi anni '70 non esistevano nemmeno i fax) e la stampa avveniva con ciclostili a mano e volantini praticamente illeggibili, risulta davvero incredibile quel che si possa fare con una chiavetta ed un pc.

Trasmetto la cronaca di queste ore. Siamo in Kosovo da neanche un paio di giorni e già è tempo di tirare le somme di una visita lampo, molto utile non solo per le cose che il programma prevedeva, ma per l'opportunità di riconnettere immagini, sensazioni e pensieri. Ne parlo con Alberto Pacher che è qui per la prima volta ma quanto basta per comprendere che quel che si gioca in questi luoghi sono partite che segnano la storia europea, nel passato quanto nel presente.

E poi dell'altro. Gli è bastato poco per capire l'efficacia formativa che la cooperazione di comunità può mettere in campo, come le relazioni costituiscano l'abc di una cittadinanza europea e globale che fatica a crescere altrove o che passa solo attraverso la fredda virtualità del web. Per i giovani che sono qui da una settimana e che ora stanno per intraprendere il viaggio di ritorno e la fatica di 18 ore di pullman, questa rappresenta una pregnante occasione formativa. Per quelli più adulti, la possibilità di mettere fuori il naso dal proprio buco e nutrirsi di immagini. Ed uscire dall'asfittico provincialismo che le cronache locali ti confezionano addosso.

Ne abbiamo una netta sensazione quando nel tardo pomeriggio, dopo qualche ora di attesa ed un volo su un vecchio MD 80 che mostra i segni del tempo, diamo un'occhiata ai giornali locali. Notizie che ti appaiono - dopo solo poche ore di sguardo sul mondo - nella loro dimensione reale di insignificanza.

Una colpisce più delle altre. Per mesi si è discusso sulla necessità di un rinnovamento della classe dirigente trentina ed ora su L'Adige passa un articolo dal sapore scandalistico relativo al costo della "Scuola di formazione alla solidarietà internazionale" di Trento. Un milione di euro, si dice con stupore, un trenta per cento dei quali in personale. Quel che dovrebbe essere un nostro fiore all'occhiello, la formazione di chi si connette responsabilmente con il mondo, diventa motivo di scandalo, quasi si trattasse di una "magnadora". E poi, per che cosa dovrebbe utilizzare le proprie risorse una scuola se non per il personale? Ma siamo impazziti?

La Scuola di formazione alla solidarietà internazionale, che ha messo in rete le attività che prima erano in capo a soggetti diversi come l'UNIP, la Federazione trentina delle Cooperative, l'Università, l'Ocse e la PAT, offre una gamma formativa che richiama utenti da ogni parte del paese e che ha contribuito non poco alla stessa qualità della cooperazione trentina nel mondo. Che insegna, ad esempio, che la logica degli aiuti crea dipendenza e andrebbe superata. Ma certo l'idea del "fare cose" ("fatti, non parole" si dice con veemenza, quasi che la conoscenza, cioè la parola, lo studio della realtà non fossero decisive per l'efficacia dell'agire), implicita nella critica delle spese per il personale (o per la formazione), va per la maggiore e non s'interroga sulle cause profonde degli squilibri, figuriamoci le anime belle in cerca di paradiso.

Così il veleno entra nelle vene, s'insinua nella coscienza collettiva, uccidendo le cose migliori e la nostra stessa diversità. Si chiama "informazione gridata", per nulla estranea al diffondersi dell'antipolitica, della demagogia e dell'imbarbarimento. E la politica si adegua. Perché già immagino le interrogazioni della Lega e la reazione imbarazzata di chi, anziché reagire con forza ed indignazione, non trova di meglio che difendersi minimizzando, quando non cavalcando la demagogia pur di raccattare qualche facile consenso.

Il giorno successivo sono alla Mendola. In una serata di formazione per quaranta ragazzi, provenienti dalla Germania e da diverse regioni italiane, sul tema dell'"Heimat" e dell'Europa. I ragazzi che vengono dalla Sicialia guardano con ammirazione alla nostra terra, alla sua diversità. Lo stesso fanno gli amici che nel mondo studiano con grande interesse la nostra autonomia. E che dovremmo imparare a nutrire con pazienza, rigore, fantasia e senso di responsabilità. Ma il veleno non aiuta e non stimola davvero.

 

 

0 commenti all'articolo - torna indietro

il tuo nick name*
url la tua email (non verrà pubblicata)*

Link ad altri siti

  • link al sito Sifr - la solitudine della politica
  • osservatorio balcani
  • viaggiare i Balcani
  • link al sito Forum trentino per la pace e i diritti umani
  • Sito nazionale della associazione Sloow Food
  • link al sito dislivelli.eu
  • link al sito volerelaluna.it
  • ambiente trentino
  • pontidivista
  • Sito ufficiale della Comunità Europea