"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

26/08/2010 -
Il diario di Michele Nardelli
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Ieri e oggi abbiamo lavorato sul programma "Cittadinanza Euromediterranea", percorso annuale che impegnerà il Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani lungo quattro itinerari relativi alla storia, ai saperi, ai pensieri e alle geografie che hanno segnato e segnano il confronto fra l'Europa e il suo mare. Quando parliamo di identità, dobbiamo essere consapevoli che - nel loro divenire - sono passate lungo queste coordinate, attraverso le navigazioni, i conflitti, gli scambi commerciali, le arti e le scienze. Se oggi non vogliamo venir soffocati dalla paura, allora occorre avere consapevolezza di questi passaggi ed è quel che proveremo a fare dal prossimo mese di settembre fino a tutto l'anno a venire.

In questi giorni abbiamo fatto il punto sul programma, convocato il gruppo di lavoro e il Consiglio del Forum, definito le prime scadenze, aggiornato le proposte che cominciano a delineare la trama dell'iniziativa. La cosa, devo dire, è interessante anche solo nella sua programmazione, perché è un continuo scoprire di vicende e storie prima sconosciute, altrettante suggestioni che ci descrivono il carattere meticcio di quel che siamo.

Penso alla vicenda delle "Aleksandrinke", vale a dire la storia di quelle donne emigranti che dal Goriziano, sloveno e italiano, dal Friuli, dal Carso e dall'Istria, partivano verso Alessandria d'Egitto alla ricerca di quel lavoro che abbondava nella ricca città levantina; fenomeno che, nato all'indomani dell'apertura del Canale di Suez, si concluse solo con il secondo conflitto mondiale. Rovesciamenti della storia, in un percorso a ritroso delle odierne badanti. Oppure al quartiere "Turchia" di Moena. Secondo la leggenda, nel 1683, durante il secondo assedio di Vienna, un soldato appartenente alle armate ottomane, dopo essere catturato e imprigionato, riuscì a sfuggire dalle prigioni imperiali. Dopo un lungo girovagare nelle Dolomiti, giunse finalmente a Moena quasi allo stremo delle forze. La popolazione locale, vedendo il povero soldato esausto, si diede subito da fare e si impegnò per curarlo. Il turco, stupito dalla generosità e dal buon cuore degli abitanti di quel paesino sperduto tra i monti, decise alla fine di fermarsi lì, trascorrendo il resto della sua vita nel rione che al giorno d'oggi viene appunto definito "Turchia". E le tracce di una cultura mediterranea nel cuore delle Dolomiti si trovano ancor oggi sui muri delle case o nel carnevale del centro fassano.

Piccoli "dettagli della storia", che affiancheremo ad altri, più vistosi ma che comunque non arrivano sui libri di storia, come lo "status quo" del Santo Sepolcro, o gli esiti incredibili del censimento del 1910 nella città di Sarajevo o, ancora, quella carta del 1463 che va sotto il nome di "Editto di Blagaj".

L'idea di fondo è proprio questa: far emergere dalle realtà sepolte un senso diverso della propria identità e della propria cittadinanza.

E', per altri versi, quel che facciamo anche il giorno successivo nell'incontro del gruppo di lavoro di "Viaggiare i Balcani" con Slow Food internazionale per costruire una proposta di "Viaggio lungo i sapori e le atmosfere danubiane". Geografie sconosciute e saperi antichi di un'Europa che vorremmo entrasse nei nostri cuori e nel nostro orizzonte di pensiero. Un viaggio del turismo responsabile che prevediamo nel giugno 2011 ma anche un'iniziativa politica, che parla dell'Europa che non c'è, di agricoltura non omologata dagli Ogm, di acqua. Un viaggio di otto giorni sono un'interessantissima vacanza e insieme il modo per dar voce alle esperienze di lavoro e di valorizzazione culturale su cui sono impegnate tanto le "Comunità del cibo" di Slow Food quanto le esperienze di cooperazione di comunità che il trentino ha avviato in questi anni. Stiamo verificandone la fattibilità, ma avendo viaggiato sul Danubio nel 2003 in occasione della manifestazione "Danubio, l'Europa s'incontra", vi assicuro, si tratta un'esperienza davvero straordinaria. Ci dividiamo i compiti e ci riconvochiamo da qui a un mese.

Risposte possibili all'imbarbarimento del tempo.
 

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