"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

06/09/2010 -
Il diario di Michele Nardelli
intrecci
Costruire un programma che - a partire da dettagli pressoché sconosciuti della storia - possa far comprendere alle persone comuni la natura meticcia e in divenire dell'identità individuali e collettive, non è affatto uno scherzo. Quel che proviamo a fare come Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani negli ultimi mesi del 2010 e per tutto l'anno a venire con "Cittandinanza Euromediterranea" è proprio quello di far venire alla luce una narrazione non raccontata, per superare pregiudizi e attraverso la conoscenza sconfiggere la paura.

Quando il programma sarà completato ne capirete la complessità ma soprattutto il lavoro di contatti e di pensiero che c'è dietro. Vedo la direttrice della Trentini nel Mondo Anna Lanfranchi, vorrei che il nostro essere fino a ieri popolazione migrante non cadesse nell'oblio. Eppure - come scrive Gianmaria Testa - lo sapevamo anche noi l'odore delle stive e l'amaro del partire. Dimenticato troppo in fretta. Nell'itinerario dedicato alle geografie questo nostro migrare fino agli anni '70 avrà un suo spazio di riflessione e, proprio attraverso la Trentini nel Mondo, da migranti a migranti. Vedo Antonio Colangelo e con lui proviamo a declinare "Creuza de mä", uno dei più straordinari lavori di Fabrizio De André e Mauro Pagani degli anni ‘80, attraverso gli approdi del nostro programma, per poi concludere il tutto l'11 gennaio del 2012, con un omaggio a Fabrizio. Chissà se ce la faremo ma vi assicuro che mentre ne stavamo parlando la nostra emozione era evidente.

Parlo con Ennio Remondino per fissare un appuntamento a Roma, ma fra qualche giorno parte per la Turchia e poi per la Bosnia Erzegovina, ultima tappa del suo tragitto alla RAI. Allora ci accordiamo per scriverci e condividere il suo coinvolgimento nel programma. Vedo Franco Ianeselli, amico e dirigente della Cgil del Trentino, e anche con lui proviamo a mettere a fuoco qualche altro tassello.

Con Franco ci vediamo appena conclusa la riunione della maggioranza provinciale sul DDL relativo alla gestione dei servizi pubblici di rilevanza economica. Quello sull'acqua, tanto per capirci. Nel merito della proposta ne ho già parlato in questo blog, ma quanta fatica nel cercare di convincere tutti che si può fare qualcosa di più che non dare ai Comuni la facoltà di scegliere fra una gestione pubblica o privata. Capiamoci, l'intento è quello di evitare in Trentino gli effetti della legge nazionale che prevede la privatizzazione della gestione dell'acqua. E dunque si va nella direzione giusta. Ma vorrei fare qualche passo in più, visto che lo statuto di autonomia considera la gestione degli acquedotti come competenza primaria della PAT.

Propongo a nome del gruppo del PD del Trentino sostanzialmente due cose. In primo luogo di rendere più esplicita nel DDL la scelta di considerare la gestione dell'acqua come servizio non assoggettabile alla logica del mercato. Oltretutto la legge di riferimento nazionale è sottoposta a referendum e questa va considerata la via maestra per evitare la privatizzazione. E poi di incentivare lo scorporo da "Dolomiti Energia" del comparto acqua, affinché non si creino in Trentino due diversi regimi di gestione. "DE" copre grosso modo un terzo del servizio provinciale, avendo assorbito la Trentino Servizi che gestisce gli acquedotti di Trento, Rovereto e di altri sedici Comuni ma di una certa rilevanza. Ovviamente questo comporta una volontà delle due città (che sono i principali azionisti di Dolomiti Energia) di contribuire alla costruzione di una rete provinciale con gli altri 196 Comuni che gestiscono in economia o in house il servizio.

La riunione è interlocutoria e mi rendo conto di quanto la partita sia delicata e anche di non semplice soluzione, proprio a partire dal diverso regime di gestione che le comunità locali si sono sin qui date. Tanto per capirci, il Comune di Trento non è nemmeno proprietario del suo sistema di acquedotti, essendo questo patrimonio prima della Sit (una Spa controllata dal Comune al 98 e rotti per cento sin dall'inizio del secolo scorso), poi di Trentino Servizi ed infine di DE. E non sarà facile trovare una soluzione che garantisca una maggior efficacia di controllo pubblico nella gestione delle acque. L'assessore Gilmozzi è molto pragmatico, ma alla maggioranza chiedo una visione politica che dia un significato alla diversità di questo nostro governo provinciale.

Mi propongo di parlarne al più presto con i sindaci di Trento e di Rovereto. Quest'ultimo lo sento in serata e ci accordiamo per incontrarci a breve. La partita non sarà facile, ma ci proviamo. E in ogni caso, se un'attenzione per evitare l'applicazione della normativa nazionale si è già esplicitata con il DDL della Giunta, il merito va anche all'ordine del giorno approvato nel dicembre scorso sulla finanziaria che mi vedeva primo firmatario.

"Eppure lo sapevamo anche noi
l'odore delle stive
l'amaro del partire
Lo sapevamo anche noi
e una lingua da disimparare
e un'altra da imparare in fretta
prima della bicicletta
Lo sapevamo anche noi
e la nebbia di fiato alla vetrine
e il tiepido del pane
e l'onta del rifiuto
lo sapevamo anche noi
questo guardare muto
E sapevamo la pazienza
di chi non si può fermare
e la santa carità
del santo regalare
lo sapevamo anche noi
il colore dell'offesa
e un abitare magro e magro
che non diventa casa
e la nebbia di fiato alla vetrine
e il tiepido del pane
e l'onta del rifiuto
lo sapevamo anche noi
questo guardare muto"

Gianmaria Testa, Ritals

 

 

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