"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

23/09/2010 -
Il diario di Michele Nardelli
Ugo Tartarotti
L'attività consiliare è ormai entrata nel vivo. La terza Commissione legislativa provinciale si riunisce per la discussione di merito sui Disegni di Leggi relativi alle norme sull'inquinamento industriale, che poi significa, anche se non ne fa cenno alcuno nell'articolato di legge, "Acciaieria di Borgo Valsugana". Le proposte sono tre, quella di alcuni consiglieri di centrosinistra (primo firmatario Giovanni Kessler), quella della Giunta (primo firmatario Alberto Pacher) e quella della Lega Nord. Si cerca di arrivare ad un testo unico sulla base di una proposta concordata fra Kessler e Pacher, ma la Lega chiede tempo.

Se penso al dibattito gridato dei mesi scorsi, il clima di oggi sembra irreale, quasi si fosse giocato con la paura della gente. Perché la realtà delle emissioni negli ultimi mesi era già ampiamente al di sotto di quanto previsto tanto dalla normativa vigente come di quella che si va profilando. Muoversi secondo il concetto di prudenza è quanto mai utile, specie se si è in presenza di un impianto comunque nocivo qual è quello di un'acciaieria. E dunque nuovi limiti più favorevoli all'ambiente e alla salute non possono essere che auspicabili. Nella consapevolezza che i limiti ammissibili riflettono sempre un determinato livello di conoscenza scientifica circa il grado di nocività degli agenti sprigionati da un impianto come quello in questione. E che ciò che oggi appare ammissibile domani potrebbe venir considerato altamente nocivo.

E allora forse la domanda dovrebbe essere un'altra: che senso ha un insediamento industriale di questo tipo in una valle ricca di risorse la cui valorizzazione appare confliggente con l'impatto di un industria pesante?

Voglio immaginare che quello in corso non sia altro che il preludio di un confronto attorno alla più complessa questione del modello di sviluppo della Valsugana. In altre parole, sbarazziamo il campo dall'allarme sulla pericolosità delle emissioni inquinanti ed affrontiamo il tema del superamento di questo insediamento industriale, nella direzione della valorizzazione delle vocazioni del territorio. Questo significa mettere in campo una visione antropologica dello sviluppo, il rapporto fra l'azione dell'uomo, l'ambiente e le sue caratteristiche, in un progetto economicamente e socialmente sostenibile. Molti interventi in questi mesi si sono inoltrati in questa direzione, a cominciare dall'architetto Ferrari sul Parco del Lagorai, seguito a ruota da molti altri. E' questa la strada maestra che indico nel mio intervento.

A proposito di sostenibilità, il centrodestra vorrebbe introdurre la navigazione a motore, seppure solo per i pescatori, nel tratto trentino del Lago di Garda. Proposta che viene bocciata, senza tanta discussione. Nei giorni successivi mi capiterà di raccogliere la testimonianza di un pescatore amatoriale di Castelnuovo del Garda su come la proliferazione dei natanti a motore degli industrialotti padani stanno gravemente compromettendo il fragile ecosistema lacustre. E di come venga visto come segno di speranza il senso di civiltà che esprime il Trentino con il suo divieto dei motori (che non siano per i pochi traghetti del trasporto pubblico).

Nelle intenzioni avrei voluto prendermi il pomeriggio libero da impegni per prepararmi per l'incontro del giorno successivo ad Educa. E invece gli appuntamenti si accavallano, prima con il vicepresidente Pacher, poi con il gruppo di lavoro del Forum, poi ancora con Nino Mazzocchi. Un salto al Centro di formazione per la solidarietà internazionale per salutare Luciano Carrino, funzionario del Ministero degli Esteri e fra i promotori delle prime esperienze di cooperazione internazionale attraverso i partenariati territoriali.

Di seguito sono in Comune per sistemare gli aspetti autorizzativi per la presentazione di "Cittadinanza Euromediterranea" che avverrà venerdì prossimo 1 ottobre con un evento speciale nel cortile di Palazzo Thun. Roberta Biagiarelli rappresenterà "L'incantadora", serata ricca di suggestioni (e sapori) mediterranei.

E' pomeriggio inoltrato. Sull'agenda si sovrappongono la conferenza "Misurare il benessere delle persone e della società: una sfida per la statistica e la politica" che vede l'intervento del presidente dell'Istat Enrico Giovannini e la festa per il novantesimo compleanno di Ugo Tartarotti. Come a dire, la ricerca e il sentimento.

Prevale quest'ultimo. La sala di Palazzo Trentini è affollata di amici e compagni, a testimonianza dell'affetto per il vecchio partigiano "Giorgio", per il sindacalista dei braccianti, per il segretario comunista, per il Sindaco di Pomarolo, per il consigliere regionale, per il presidente dell'Anpi ed altro ancora. Un vecchio ed indomabile combattente, che chiude il suo intervento invocando la cacciata dei barbari. Le parole, il canto di Bella Ciao, ci parlano di una storia per certi versi straordinaria, per altri archiviata per sempre malgrado la commozione dei presenti. Che rimane lì, molto spesso priva di elaborazione, sospesa fra nostalgia e rancore.

Esco dalla sala ed è come se volessi scappar via, mi rifugio in libreria e chiedo a Mauro di cercarmi una copia di un vecchio libro ormai dimenticato di Paul Nizan per un piccolo regalo. Inizia così: «Avevo vent'anni. Non permetterò a nessuno di dire che questa è la più bella età della vita».
 

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