"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

29/09/2010 -
Il diario di Michele Nardelli
Lawrence d\'Arabia

Dopo sei mesi di gestazione, nella cornice di Palazzo Trentini, presentiamo "Cittadinanza Euromediterranea". Un programma articolato in quattro itinerari di cui parliamo ampiamente in altra parte di questo blog. Un programma aperto, che si va arricchendo mano a mano che ne parliamo e incontriamo persone e soggetti che intendono sintonizzarsi sulla lunghezza d'onda delle storie, dei saperi, dei pensieri e delle geografie di questo viaggio.

Mi chiama Predrag Matvejević, è a Roma alla presentazione del festival sulla letteratura viaggiante. E' allegro, mi racconta che il suo libro sul pane è al primo posto nella saggistica e mi conferma che a metà ottobre sarà a Trento. Ci siamo conosciuti diversi anni fa in qualche conferenza che aveva come oggetto la tragedia balcanica degli anni '90, e abbiamo poi continuato ad incrociare i nostri sguardi.

Nel presentare il programma parlo del Califfato di al-Andalus, un pezzo di storia che in genere non viene nemmeno proposta, forse perché non rientra nello schema di culture che si vivono in sottrazione rispetto ad altre. Mentre ne parlo o rispondendo alle domande che i giornalisti mi rivolgono mi rendo conto di quanto sia importante affidare al racconto piuttosto che alla presa di posizione ideologica l'approccio verso i temi della convivenza e del conflitto.

Come accade frequentemente quando non hai sangue da offrire, alla conferenza stampa ci sono alcuni mezzi di informazione, altri no. E così la conferenza stampa diventa itinerante, ma perdi un sacco di tempo. Al Trentino mi chiedono di scrivere un editoriale per l'edizione del giorno successivo, cosa che non mi peserebbe affatto se non ci fosse in corso la riunione del Consiglio Provinciale. Gia nel corso della mattinata, per la presentazione, ho dovuto disertare una parte dei lavori. Non che mi sia perso granché, sia chiaro.

Finisco il giro della stampa che ormai riprendono i lavori. Si accavallano appuntamenti e temi sui quali devo intervenire. Mi viene a trovare Riccardo Mazzeo, persona squisita e intelligenza creativa del Centro Erickson, casa editrice trentina che si è ritagliata uno spazio significativo sul piano nazionale e non solo nell'editoria specializzata. Vorrei coinvolgerlo nel programma "Cittadinanza Euromediterranea" e mi propone di inserirvi un appuntamento con Edgar Morin o Zigmunt Baumann, pensieri obliqui che ben potrebbero incardinarsi nella riflessione proposta.

Quando finisco con Riccardo devo vedere con Martina e con Diego le ultime cose organizzative dell'iniziativa di presentazione di venerdì sera e il materiale grafico.

Sento Tommaso Iori che sta lavorando ad una tesi sui Sinti trentini perché vorremmo dedicare al popolo viaggiante, quello che sa "leggere il libro del mondo con parole cangianti e nessuna scrittura" come cantava Fabrizio, un momento del nostro racconto sulla cittadinanza.

Torno in aula perché si discute la mozione dell'Upt per salvare la vita di Sakineh. Proprio oggi il governo di Ahmadinejad ha annunciato che Sakineh è stata condannata all'impiccagione: in Consiglio si sviluppa un confronto piuttosto acceso perché il diritto alla vita e la moratoria della pena di morte diventano l'occasione da parte di qualche consigliere della minoranza per attaccare la religione islamica o le pratiche abortive. Nel mio intervento parlo della pena di morte nel mondo e del fatto che la scorsa settimana un'altra donna, Teresa Lewis, oltretutto affetta da disabilità psichiche, sia stata messa a morte negli Stati Uniti.

Qui dentro c'è gente che ritiene un avvenimento andare a Roma, figuriamoci cosa volete che sappiano dell'Iran, di un pese grande come mezza Europa e di rilevante peso sul piano geopolitico. E cosa volete che si sappia della forte ed ampia dialettica politica e culturale che l'attraversa. Provo quindi a spiegare come la battaglia per salvare la vita di Sakineh altro non sia che la prosecuzione della lotta per la democrazia in una regione sulla quale si stanno addensando nubi cariche di tempesta. Non so altrimenti come giudicare l'approvvigionamento senza precedenti di cherosene da parte dello stato israeliano, o l'accordo fra Romania e Israele sull'uso dello spazio aereo rumeno da parte dell'aeronautica israeliana. Segnali di guera che potrebbero avere conseguenza inimmaginabili.

Il tempo di votare la mozione e incontro Massimo Sinigaglia, responsabile trentino di Banca Etica, che mi chiede di attivarmi per sostenere la campagna "Zero Zero Cinque" per l'introduzione di una piccola tassa (lo 0,05%) sulle transazioni finanziarie. Un deterrente contro la speculazione, per la trasparenza e per la raccolta di risorse rispetto ad un contesto dove la finanza globale fa il bello e cattivo tempo. Raccolgo l'invito che estenderò verso il Consorzio dei Comuni trentini e più in generale nell'iniziativa sulla quale sto lavorando relativamente alla trasparenza sulle acquisizioni immobiliari. Parliamo anche di acqua pubblica, rendendolo partecipe al progetto che stiamo studiando intorno alla legge per utilizzare appieno le prerogative dell'autonomia nella gestione delle acque.

Fra un incontro e l'altro butto giù il pezzo che oggi il Trentino riporta in prima pagina e che potete trovare nella home page di questo sito. Segue un nuovo appuntamento, per "Abitare la terra", la grande mailing list che ormai da qualche anno settimanalmente informa migliaia di persone sugli appuntamenti che riguardano i temi della pace e della mondialità. Con Chiara Ghetta e Alessandro Graziadei ci scambiamo un po' di idee e ci diamo appuntamento per la prossima settimana.

Finiamo l'ultima votazione alle 19.45. Corro a casa per finire di scrivere il pezzo per il Trentino, e intorno alle 21.30 posso finalmente tirare il fiato e cenare con Gabriella. E' il giorno del nostro omomastico, ma giunti a questo punto nemmeno ce ne ricordiamo.

 

2 commenti all'articolo - torna indietro

  1. inviato da stefano fait il 04 ottobre 2010 14:23
    gran bella cosa l\\\'altra sera
  2. inviato da stefano fait il 30 settembre 2010 19:28
    devo dire che io Mazzeo non lo capisco. Sottoscrivo il giudizio che dai di lui, ma davvero non capisco questo suo feticismo per Edgar Morin e Zygmunt Bauman. E' come se prima, durante e dopo di loro non fosse stato più detto nulla di rilevante (personalmente, tra l'altro, non li considero dei giganti del pensiero, anzi).
    Peggio ancora, è come se dovessimo comunque fare comunque riferimento ad una qualche autorità riconosciuta del pensiero mondiale per poter dire qualcosa di sensato.
    Non abbiamo bisogno di Tolstoj per parlare di nonviolenza.
    Non abbiamo bisogno di Primo Levi per parlare di shoah.
    Non abbiamo bisogno di Gesù per parlare di amore e tolleranza.
    Non abbiamo bisogno di Socrate per parlare di dialogo illuminante.
    Sarebbe ora che ciascuno di noi parlasse con la propria voce, la voce della propria ragione e della propria coscienza, perché siamo adulti e non dobbiamo avere bisogno di tutori che ci dicano cosa fare. Lo possiamo arrivare a capire interloquendo tra noi.
    Per questo è importante questa riflessione: "mi rendo conto di quanto sia importante affidare al racconto piuttosto che alla presa di posizione ideologica l’approccio verso i temi della convivenza e del conflitto".

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