"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

22/07/2011 -
Il diario di Michele Nardelli
Tenno, la zona della lottizzazione
Una bellissima giornata, in uno dei luoghi più belli del Trentino. Parlo di Tenno, nell'alto Garda trentino, dove giungo in mattinata per un sopraluogo nell'area interessata ad una nuova lottizzazione edilizia oggetto di una mia recente interrogazione in Consiglio provinciale.

Siamo in quel pezzo di Trentino dal sapore mediterraneo "dove all'ulivo si abbraccia la vite" per usare le parole di Fabrizio De Andrè. Quando scrisse "La buona novella", forse uno dei suoi lavori più intensi, si riferiva alla Palestina e anche qui ci sono pezzi di terra che i vecchi chiamavano così.

Richiedeva anche tanto lavoro, di terrazzamento in primo luogo, per far sì che la terra non scendesse a valle e potesse essere più facilmente coltivabile. Perché, come mi dice il titolare dell'osteria Cà Briosi, i nonni gli raccontavano che nella realizzazione dei muri a secco il terreno era così argilloso che tendeva a franare e richiedeva un continuo lavoro anche notturno di consolidamento. E di questo paziente e duro lavoro di conservazione del territorio c'è ancora il segno, nonostante la logica del profitto si sia fatta sentire.

Qui si discute di strade di accesso all'area edificabile, ma il problema è più di fondo: perché caricare oltremodo di cemento questi straordinari declivi? Mi dicono di case invendute o di nuclei storici abbandonati... vedo case degli anni sessanta costruite senza alcun criterio di sostenibilità che richiederebbero di venir ristrutturate da cima a fondo. L'area di Cologna di Tenno interessata alla lottizzazione venne dichiarata già negli anni '90 al alto rischio idrogeologico, ma poi come per incanto il vincolo sparì. Basta girare un po' nei pressi dell'agritur Acetaia (dove la strada di accesso alla lottizzazione dovrebbe essere realizzata) per rendersi conto della fragilità del terreno. E anche gli edifici circostanti mostrano qualche crepa inquietante. Troppi interessi e poco amore per la propria terra.

Chi invece vuole bene alla sua terra è Emiliano Faccio, il consigliere comunale di Tenno Viva che di questa situazione si sta facendo carico. Una bella persona con cui conversiamo amabilmente e con il quale si avverte un sentire comune. Sono contento di poter aiutare lui e questa comunità di persone nel difendere il territorio da nuovi e rischiosi insediamenti. Che ci sia un problema di assetto idrogeologico lo vediamo anche nel sottostante borgo di Gavazzo, dove sono apparse negli ultimi anni e dopo alcune edificazioni a monte alcune risorgive d'acqua intorno ai caseggiati. Anche qui, problemi di accesso ma non solo. Ed il carico di cemento che mi si mostra sul rendering di un'altra ancor più vistosa lottizzazione appare qui ancora più inquietante.

Si è davvero perduto il senso del limite. Gli abitanti della zona esprimono la loro preoccupazione e proprio la settimana prossima formeranno un comitato per la difesa del territorio. Credo sia giusto così, nella speranza che si diffonda non l'idea del "non nel mio giardino" ma la coscienza del limite.

Come non capire che abbiamo raggiunto o oltrepassato questo limite? Come non capire che non possiamo andare più avanti con l'idea che in nome della crescita del PIL bisogna compromettere il territorio? Commentiamo amaramente con Osvaldo Dongilli, che di Tenno è stato in passato assessore comunale e che mi accompagna in questo sopraluogo, che il concetto di progresso ha segnato la cultura politica in maniera trasversale. Guardando dall'alto il fondovalle, ci fa sorridere pensare che il delirio edificatorio che vediamo sotto di noi sia stato il risultato dell'operato di amministrazioni che storicamente facevano riferimento al centrosinistra. La politica deve cambiare anche per questo.
 

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