"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

26/10/2011 -
Il diario di Michele Nardelli
autonomia
Ci sono molti giovani che guardano con interesse e scelgono discipline universitarie connesse agli studi internazionali. E' appassionante e immagino pensino che in una società globalizzata avere uno sguardo internazionale ti possa dare una marcia in più anche sotto il profilo internazionale. E qui si scontrano con uno dei paradossi del nostro tempo: più grande è il villaggio globale e maggiore è la consapevolezza dell'interdipendenza, più acuta è la crisi della cooperazione internazionale, più le comunità tendono a chiudersi come autodifesa.

Così mi capita frequentemente di avere a che fare con giovani poco più che ventenni, laureati o laureandi, che parlano due o tre lingue oltre a quella materna, magari anche con un piccolo bagaglio di esperienza di volontariato in qualche parte del mondo, alla ricerca di un lavoro che faticano a trovare nell'ambito in cui hanno studiato, costretti ad adattarsi a quel che capita.

Oggi al Forum incontro Martina. Sta preparando la tesi di laurea sul possibile rapporto fra cooperazione internazionale ed immigrazione: nell'intervista spazio dalla necessità di intendere la cooperazione come relazione territoriale al contributo di conoscenza ma anche di attivazione economica che può venire da una migrazione che frequentemente segue linee omogenee (da territorio a territorio) grazie al passa parola. Le dedico un'ora di intervista e spero che questa cosa possa servirle, non solo per la tesi.

Subito dopo ho appuntamento con Mellarini per parlare dell'attuazione della legge sui prodotti a basso impatto energetico (filiere corte, per capirci) e all'educazione al consumo consapevole. La legge, passata al vaglio dell'Europa, è in vigore, ma il programma triennale che doveva essere varato entro centottanta giorni e che nei fatti costituisce una sorta di regolamento di attuazione ancora non c'è. Come si può capire, non basta fare le leggi, bisogno soprattutto che trovino applicazione. A breve (l'11 novembre) dovrebbe esserci anche la giornata dell'agricoltura istituita dalla medesima legge ma anche di questo non si sa nulla. Purtroppo non ci capiamo sul luogo dell'incontro e dunque ci incontriamo solo per riaggiornarci a breve, vista l'urgenza.

Delle agevolazioni per fare sistema locale (anche di questo si parla nella legge 13/2009) discutiamo anche nella successiva riunione della maggioranza provinciale convocata per discutere della Legge Finanziaria 2012. Esattamente come si prevedono agevolazioni Irap per le imprese che hanno comportamenti virtuosi, investono, assumono, perché non prevedere agevolazioni/servizi per chi fa sistema territoriale, valorizzando i prodotti del territorio?

Talvolta ho la percezione che le idee innovative si fermino sulla soglia delle consuetudini e della burocrazia che non vuole gatte da pelare, controlli da eseguire, un po' come nella stesura dei protocolli d'appalto che il legislatore ha stabilità devono fondarsi sulla qualità ma dove le inerzie fanno rientrare dalla finestra la logica del massimo ribasso. Così si gioca sulle crocette corrispondenti ai limoni di Sicilia, ai prodotti di prossimità, al biologico anche quando non c'è, tutto sì con l'effetto di azzerare la qualità, per poi far prevalere la logica perversa che porta necessariamente all'abbassamento della qualità. Ma anche all'infiltrazione di forme di economia che si fondano sulla precarietà e sul non rispetto delle leggi (e, mi permetto di dire, anche di natura criminale).

Nella stessa riunione pongo il problema, decisivo per l'attività legislativa, di sapere a quanto ammonta il fondo per le leggi nuove. Tocco un tasto dolente, rispetto al quale ricevo assicurazioni non del tutto convincenti. Bisognerà intervenire in Commissione e in aula. Scorrendo la prima bozza della Legge di Bilancio ci sono parecchie cose da rivedere e approfondire, ma in generale non trovo nell'impostazione complessiva quella capacità di visione che usciva in maniera più forte nelle finanziarie precedenti. Due aspetti sono affrontati con una maggiore attenzione di altri, l'investimento sui giovani e l'organizzazione della struttura dell'apparato provinciale. Ma credo si debba lavorare ancora in questo mese di novembre per dare alla Finanziaria un'impronta più innovativa. Ci sono scelte importanti, che sono condivise e che richiedono di diventare altrettanti tratti di caratterizzazione della maggioranza di centrosinistra autonomista: penso alla scelta di fermare la costruzione di strade a favore della ferrovia, penso alla rivoluzione del telelavoro, penso alla valorizzazione delle filiere corte, penso alla scelta della riqualificazione delle produzioni agroalimentari... Che però si scontrano con il conservatorismo diffuso, con la mancanza di classi dirigenti all'altezza dei processi di trasformazione, con le pigrizie mentali. Con i piccoli e grandi interessi che s'insinuano nella gestione della cosa pubblica e che si nutrono nel vuoto delle idee e nell'assenza di progettualità.

La sfida vera sta qui.

 

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