"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

14/11/2011 -
Il diario di Michele Nardelli
festival economia

"Non capite? La situazione è difficile..." Mi dice così Lorenzo Dellai alla fine di una riunione della maggioranza  ancora una volta dedicata alla Finanziaria 2012 ed iniziata con l'appello del Presidente a fare quadrato. Cerco di rassicurarlo, ma so bene che nella coalizione c'è nervosismo e troppe dinamiche di tipo personalistico che inquinano il confronto. Soprattutto è mancato quel lavoro di ricerca di un comune denominatore culturale che diviene decisivo quando si è di fronte a processi di cambiamento che richiedono una spiccata mobilità di pensiero. Invece prevalgono anche fra noi la difesa di piccoli grandi interessi, spinte corporative che si traducono in altrettante richieste di salvaguardare posizioni di privilegio quand'anche relativo.

L'oggetto specifico del confronto sono le Comunità di valle, riforma strategica della nostra autonomia, che tende ad incepparsi nella dialettica fra comuni, comunità e apparato provinciale. Si sono evidenziate forti resistenze fra le istanze territoriali, dove non è facile mettere in discussione consuetudini e campanili. Ma la mia impressione è che la resistenza più profonda riguardi la Provincia, non tanto nelle sue istanze di governo politico, bensì in un apparato che fatica a cedere potere e che condiziona una politica debole. Ci si gioca una partita per certi versi decisiva e incombe la raccolta di firme referendaria della Lega che in Trentino non sa fare altro che rincorrere a destra e a manca ogni piccolo mal di pancia. Occorre dunque una grande determinazione e una forte capacità di costruire una visione condivisa del futuro, non inseguire i mille rivoli di malumore per ricavarne facile consenso.

Le Comunità di valle rappresentano la più significativa riforma sul piano dell'autogoverno, per le funzioni che si spalmano sul territorio, per la sfida della responsabilità che presuppone, per lo snellimento dell'apparato provinciale. Con tutte le implicazioni che ne vengono sul piano della mobilità, dell'ambiente, della diversa organizzazione dei servizi e così via... E indietro non si torna.

Ma nell'aria c'è dell'altro. C'è la pesantezza di un contesto che si riverbera in Trentino rispetto a ciò che accade in Italia, in Europa e nel mondo. La vicenda Whirlpool, la decisione della multinazionale di tagliare in maniera significativa lo stabilimento di Gardolo, è esemplare della fragilità di una politica industriale che si affida ad investitori e settori produttivi che ben poco hanno a che vedere con le vocazioni del territorio. Mettendo peraltro nel ridicolo l'assessore Olivi e il vescovo Bressan che proprio nei giorni scorsi si erano recati in visita allo stabilimento esaltandone l'operatività. E subito scatta l'iniziativa della Lega, pronta a cavalcare la paura attraverso la presentazione di una mozione di sfiducia verso l'assessore all'industria della PAT. Rimane il fatto che gli incentivi devono essere strettamente connessi con un indirizzo industriale coerente con le caratteristiche del territorio, ma anche in questo caso si tratta di una riconversione culturale che vada in una direzione diversa da quella crescita purchessia. Riecheggia il dibattito sull'acciaieria di Borgo Valsugana.

In questo quadro si va sviluppando anche il confronto con le realtà del credito trentino. Ho posto personalmente al presidente Dellai ancora un anno fa il tema che metto sotto il titolo di "Finanza di territorio", ovvero la valorizzazione del risparmio e della previdenza per sostenere sul piano finanziario le linee strategiche dell'economia territoriale. In particolare come coinvolgere il sistema del credito rurale trentino, il sistema PensPlan, Itas e altri soggetti che in rete con la Cassa del Trentino dovrebbero contribuire - in una situazione di forte instabilità finanziaria - a garantire un retroterra di investimento non genericamente sul territorio, bensì agli ambiti dell'economica locale che consideriamo strategici.

Proprio oggi è previsto l'incontro con promosso dalla PAT attraverso la Cassa del Trentino con il mondo del credito, delle assicurazioni e dei fondi pensione del Trentino. Si apre un cantiere, ma l'incontro risulta piuttosto deludente, ciascuno ingessato nel proprio particolare. In realtà con sensibilità diverse e che soggetti come PensPlan si annuncino disponibili a lavorare in questa direzione è importante e coincide con la richiesta avanzata in sede di Consiglio regionale con una apposita mozione di cui sono primo firmatario che è iscritta all'ordine del giorno proprio della seduta odierna.

L'idea è quella di far fronte alla grave stretta del credito che caratterizza la situazione finanziaria del paese, costruendo un fondo specifico, rivolto ad aziende e famiglie, ma a fronte di obiettivi condivisi. Ma per farlo occorre anche in questo caso una visione coesa di un territorio nel quale la finanza ha in questi anni preferito muoversi in mare aperto, nella speranza di intercettare rendite facili. E spesso prendendone dei rischi anche significativi, come è avvenuto sui bond argentini, sui titoli derivati, sulle Leheman e così via. La PAT ha elaborato una proposta specifica che viene illustrata ai soggetti presenti e che pubblichiamo in prima pagina.

In un quadro complesso, una cosa è certa. La politica deve almeno provare ad avere visioni lunghe. Ne scrivo nel documento "Considerazioni oltre Berlusconi", nel quale esprimo tutte le mie preoccupazioni sulla nuova fase che si è aperta con le dimissioni del signore di Arcore. Dopo due giorni di consultazioni il Presidente del Consiglio incaricato Mario Monti scioglie le riserve e ci prova a formare un governo tecnico. Potrebbe anche non farcela, perché quel che accadrà nel PDL è ancora molto incerto e la Lega sceglie la strada dello scontro frontale, nemmeno presentandosi all'appuntamento istituzionale, annunciando la riapertura del Parlamento del Nord.

Effettivamente, la situazione è difficile.

 

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