"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

16/12/2011 -
Il diario di Michele Nardelli
burocrazia
Altri due giorni di maratona sulla finanziaria. Con ogni probabilità finiremo lunedì prossimo, ma l'accoglimento da parte della giunta di alcune delle proposte della minoranza spiana la strada al ritiro di gran parte dei 1.400 emendamenti.

Conclusa la discussione generale si attacca con gli ordini del giorno. I tre che ho presentato (su diritti di cittadinanza, Polo archivistico e Finanza di territorio) vengono approvati a maggioranza. Sul primo si svolge un confronto duro, le parole che vengono usate dalla Lega e dal PDL sono volgari e prive di un briciolo di umanità. Quel che un po' stupisce è che il rappresentante dell'Italia dei Valori Bruno Firmani decida di non partecipare al voto e che la consigliere del PATT Caterina Dominici voti apertamente contro.

Bisogna però dire che gli ordini del giorno più importanti e veri sono quelli che vengono assunti a stretta maggioranza. Quello sullo "ius soli" (il diritto dei nativi ad avere la cittadinanza) è sicuramente uno di questi. Corrisponde ad una campagna che si sta sviluppando a livello nazionale e sulla quale siamo impegnati come società civile e anche come PD del Trentino, per far sì che questa terra possa dare un segnale di civiltà.

Più in generale i tredici ordini del giorno presentati dal PD del Trentino (li riporto in prima pagina) vengono approvati. Il clima anche nella maggioranza, rispetto a quel che si profilava nelle scorse settimane, si è rasserenato, quand'anche permangano aree di dissenso.

Nella riunione della maggioranza pongo con molta delicatezza la questione del finanziamento delle associazioni degli emigrati trentini all'estero, da anni in forte conflitto e motivo di tensione nelle comunità della diaspora trentina. Non è facile, perché il principio di un'unica forma di rappresentazione della Provincia verso le comunità trentine all'estero va tutelato anche se è altra cosa dal pluralismo associativo che c'è e, nel caso dell'Associazione delle famiglie trentine all'estero esprime un forte collateralismo verso il partito della stella alpina.

Non è accettabile che la Provincia operi all'estero in forme contraddittorie come non lo è che l'emendamento presentato dal PATT possa essere votato da una maggioranza trasversale. Il segretario del PATT nonché assessore Rossi fa la voce grossa. A dispetto di una sorta di diritto di veto, propongo una mediazione che avrà esito positivo.

I toni si alzano nella discussione sull'articolo 24. E' quello relativo alla riorganizzazione dell'assetto organizzativo della Provincia, anche in virtù della riforma che ha istituito le Comunità di Valle. Un progetto di snellimento dell'apparato provinciale e di trasferimento di poteri sul territorio che rappresenta in effetti uno dei punti più qualificanti della finanziaria 2012, particolarmente delicato perché mette in discussione un assetto burocratico consolidato. E fa specie che attorno a questa sfida anche fra noi possa talvolta prevalere la diffidenza piuttosto che la sostanza di un processo di riforma che necessariamente produce resistenze e lamentazioni dell'apparato.

Fra un voto e l'altro, cerco di seguire anche altri ambiti di lavoro, ma il ritmo incessante delle votazioni non ci concede molto spazio. Riesco comunque a confrontarmi con Carlo Basani sulle linee di fondo di un protocollo di lavoro fra il Centro di formazione alla solidarietà internazionale e il Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani. Vediamo cosa fare per ovviare all'impugnativa del precedente governo sul programma di cooperazione di sette regioni italiane verso l'area balcanica, disattendendo impegni e regole elementari fra soggetti istituzionali. E tante altre piccole cose che richiedono pazienza e tenacia. Preparo qualche appunto per le iniziative che dovrò seguire nella giornata di sabato dove si concentrano troppe cose.

Mentre nell'aula di piazza Dante votiamo la legge finanziaria, in Parlamento a Roma si vedono scene tristi che ricordano quelle del 1992. Qualcuno anche fra i soggetti che sostengono il governo Monti  e di una certa autorevolezza ipotizza il non completamento della legislatura. E in effetti l'autorevolezza dei professori effettivamente scricchiola.

 

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