"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

17/11/2011 -
Il diario di Michele Nardelli
futuro
L'iter della legge finanziaria 2012 è stato avviato sin dai primi giorni di ottobre con una prima seduta del Consiglio provinciale nella quale la Giunta ha illustrato le linee di fondo sulle quali si sarebbe successivamente costruito il documento contabile. Il confronto è poi proseguito nei gruppi consiliari e nelle riunioni di maggioranza (ce ne sono state ben sei). Ora il dibattito è in prima Commissione legislativa per l'esame articolato, il confronto con gli assessori di merito e le audizioni, per poi approdare in aula il 12 dicembre per l'approvazione definitiva nella lunga sessione di bilancio.

Oggi sono in prima Commissione per seguire il confronto con l'assessore Mellarini. Non si prevedono in questa finanziaria particolari novità sull'agricoltura, un paio di piccole modifiche legislative e un quadro di stanziamenti che viene ridotto rispetto al passato. Pongo nella discussione il tema del finanziamento della LP13/2009 sulle filiere corte, nella misura in cui il Programma triennale (l'architrave della legge) sarà assunto dalla Giunta. Dovrebbe essere definito un fondo ad hoc e l'assessore si dice d'accordo, vedremo se con uno stanziamento in bilancio o attraverso un ordine del giorno che lo disponga non appena il programma sarà varato.

L'agricoltura trentina sta attraversando un passaggio molto delicato. La sfida è duplice: quella della qualità e quella del fare sistema territoriale. In questo la LP 13 può rivelarsi centrale, per le innumerevoli piste di lavoro che apre, tanto sul piano della qualificazione delle produzioni agricole, quanto per le implicazioni che può mettere in campo sul piano dell'educazione alimentare, della salute, del turismo e delle ricadute lavorative che ne possono venire.

Concluso l'incontro in commissione ho appuntamento con Carlo Basani, dirigente PAT e presidente del  Centro di formazione per la solidarietà internazionale. Il nostro colloquio verte proprio sulle forme di collaborazione fra il Forum e il Cfsi (di cui è soggetto fondatore) per mettere in campo tutte le possibili sinergie su un terreno, quello della formazione, che ritengo davvero decisivo.

Incappo nella manifestazione degli studenti che oggi in cinquanta città italiane fanno sentire la loro voce sulla crisi e sulla sottrazione di futuro che l'1% del pianeta (il mondo della finanza) svolge verso il 99%, per usare lo slogan degli indignados nordamericani. Non c'è una grande partecipazione e le parole che riecheggiano nel corteo come nel sit in che si svolge davanti alla palazzo della Provincia lasciano intendere una certa approssimazione di contenuti. Quasi non potesse essere che così... Anche le modalità mi appaiono un po' stantie, come se le forme dovessero riprodurre per forza ciò che abbiamo già visto. Mi viene poi da sorridere nel vedere questi ragazzi arringati da una vecchia conoscenza che da anni fa lo stesso discorso in ogni luogo dove riesce a prendere la parola e che, evidentemente, non riconoscono.

Eppure il bisogno di futuro di questi ragazzi è questione decisiva. Credo che un contatto con la loro indignazione la politica debba poterlo costruire e mi chiedo se, come Forum, l'occasione non possa essere data proprio dal percorso che apriremo a gennaio sul tema del limite. Penso proprio che ci lavoreremo, insieme ai nostri ragazzi che fanno servizio civile.

Torno in ufficio, sistemo i materiali per la pagina del Forum su Consiglio Provinciale Cronache e poi vado a pranzo con Erman Bona. Ho conosciuto Erman grosso modo quindici anni fa, in occasione di un viaggio in Bosnia Erzegovina. La Cooperazione trentina lo aveva incaricato di seguirci nelle relazioni con la realtà di Prijedor attorno ai temi del credito e dello sviluppo locale... lui giovane avvocato con saldi principi democristiani anche quando la balena bianca non c'era più. Apprezzò il nostro lavoro e divenimmo amici. Grandi litigate, ma anche stima. Oggi Erman è direttore del Consorzio Trentinovini, presidente della Cassa Rurale di Mori, ma soprattutto scomodo candidato a sorpresa nella successione alla presidenza della Federazione. Perché il suo nome, sul quale in molti non avrebbero scommesso granché, sta ricevendo molte opzioni di voto, probabilmente come richiesta di discontinuità rispetto all'attuale quadro dirigente.

Avvenne anche quando si candidò alla presidenza della Cassa Rurale e alla fine la spuntò proprio lui, senza il sostegno di nessuna delle cordate considerate forti. Ora, evidentemente, la partita è diversa e le chance minori, ma di scontato non c'è nulla. Provo a dargli qualche consiglio, tanto in termini di visione generale che sul piano del metodo, perché la Cooperazione trentina è troppo importante per non averne cura. E la prima cura di cui ha bisogno risiede nella motivazione delle persone che ci lavorano, nel loro essere o meno consapevoli di far parte di un'impresa che ha contribuito in maniera decisiva a fare diverso il Trentino. E che oggi appare appannata.

Nel pomeriggio si susseguono gli appuntamenti . Per l'evento che stiamo preparando per l'11 gennaio, a conclusione di "Cittadinanza euro mediterranea". Il Teatro Sociale di Trento sarà trasformato in un caffè mediterraneo e dedicato alle creature di "Creuza de mä": per questa iniziativa si sono messe gratuitamente al lavoro un sacco di persone tanto era affascinante il tema. Il Centro servizi culturali S.Chiara ha deciso di scommetterci, tanto da considerare l'evento come una propria produzione. Sono davvero curioso di vedere quel che ne viene.

Infine il Marocco. Quella marocchina in Trentino è una delle comunità più numerose, 4/5 mila persone. Non esiste un'associazione che li rappresenti tutti e nella comunità tendono piuttosto ad emergere divisioni e piccoli interessi che intenti comuni. Abdelali Etthairi è il responsabile di Anolf, associazione che fa parte del Forum e di emanazione Cisl. Già un paio d'anni fa mi propose di avviare un percorso di confronto affinché la nostra esperienza autonomistica venisse messa in campo per dare una soluzione di tipo nuovo all'annosa vicenda del Sahara occidentale e al dramma di decine di migliaia di persone che da decenni vivono nei campi profughi. Ne parlammo, ma poi proprio l'emergere di divisioni interne alla comunità resero difficile l'avvio di un percorso. Con il mio recente viaggio in Marocco, la discussione fra noi ha subito un'accelerazione ed oggi ci troviamo per definire un itinerario: un testo base su cui avviare un confronto nella comunità dei marocchini trentini, una nuova visita un po' più strutturata a gennaio per mettere a fuoco e capire come una proposta autonomistica potrebbe coniugarsi con le culture territoriali, un incontro in Trentino promosso dal Forum con la comunità marocchina, una specifica attività di conoscenza/ formazione in collaborazione con il Cfsi, una piattaforma web nella quale raccogliere il dibattito, una conferenza per la proposta di una "carta" sull'autogoverno del Sahara Occidentale, oltre la logica di nuovi stati nazione (e confini), nel quadro di uno stato federativo. Un programma ambizioso, ma penso a quanto sarebbe importante sul piano del rapporto responsabile con la terra trentina da parte di questi nuovi trentini se da qui arrivasse una proposta per il loro paese d'origine.

A proposito del limite... Direi che per oggi basta così. La cronaca ci offre anche le dichiarazioni programmatiche del nuovo governo Monti. Avremo modo di parlarne...

 

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