"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

28/10/2011 -
Il diario di Michele Nardelli
Stava
La giornata di giovedì non ha molto da dire. Mi rallegrano lo scoiattolo che al mattino presto attraversa con i suo andare elegante la stradina di casa... e la lepre che mi accoglie al mio rientro verso le otto e mezza di sera... Altre volte sono i caprioli, più raramente è il tasso con il suo incedere buffo. Ho il privilegio di vivere in una casa in campagna a pochi chilometri dalla città. Tutto intorno un biotopo naturale, un bosco cresciuto spontaneamente laddove un tempo c'erano i noccioli e gli albicocchi. Adatto al riparo per gli animali selvatici rispetto all'insidia che l'uomo rappresenta.

A dispetto di questa immagine bucolica, mi aspettano una sequenza di incontri che ruotano intorno all'attività consiliare e al Forum, quell'oscuro lavoro che sta dietro anche alle cose più interessanti, che richiede pazienza e diplomazia. In buona sostanza, niente di nuovo da raccontare ai lettori di questo blog. Qualcosa di insolito per la verità c'è ed è il colloquio che ho in serata con Gianko Zuanelli. L'ho conosciuto come "vecchio" militante dei DS della Valle di Non ma poi, di fronte all'ultimo miglio del passaggio verso il PD del Trentino, proprio non se l'è sentita di percorrerlo, preferendo una scelta più radicale (e immagino anche più difficile per la sua storia) che l'ha avvicinato alla SEL.

Nelle sue parole avverto tutta l'incertezza di una scelta che rischia la dimensione della testimonianza. Mi interroga sulla sostenibilità dello sviluppo rurale del Trentino, lui che viene da una valle alle prese con gli effetti perversi della monocoltura. Al tempo stesso gli racconto del mio navigare in campo aperto, in un partito che sta perdendo la sua sfida di costruire un pensiero originale ma che al tempo stesso ti offre l'opportunità di dare cittadinanza piena ad idee altrimenti condannate alla marginalità.

E su tante altre cose. Ne esce una conversazione piacevole e senza infingimenti, anche quando insisto sulla pigrizia culturale che vedo a sinistra, laddove ci si barrica attorno a certezze che non ci sono più, a visioni che non sono più in grado di descrivere il presente, a rituali che conosco fin troppo bene. Non nascondo nemmeno le mie distanze dal PD nazionale, soprattutto laddove non c'è alcuna capacità di ripensamento, in particolare sui temi della pace ai quali dedico un'attenzione particolare senza peraltro farmi condizionare dalle appartenenze.

Ci salutiamo con l'impegno di proseguire questo dialogo. E' già tardi e l'indomani, venerdì, devo essere alle 8 del mattino in una scuola professionale di Tesero, per parlare di Europa e di Mediterraneo. Per essere sicuro di arrivarci con puntualità la sveglia è alle 6.00. Devo proprio dire però che arrivare in Valle di Fiemme all'alba è ancora emozionante: il profilo delle montagne, i colori dell'autunno inoltrato, sono un vero e proprio dono.

Davanti a me una quarantina di ragazzi che ascoltano con attenzione il mio racconto, spero non banale, sulla geografia che andrebbe studiata per capire il tempo che attraversiamo, sull'intrecciarsi delle culture nel corso della storia grazie al Mediterraneo, sulle primavere che oggi l'attraversano. Vedo incuriositi anche gli insegnanti, che di tanto in tanto interrogo affinché gli studenti si sentano meno soli nel loro  ignorare alcuni passaggi decisivi della vicenda umana, culturale e politica che ha portato a quel che siamo.

Non so quel che gli resta delle mie parole, se avranno la possibilità (e la volontà) di approfondire qualcuna delle suggestioni proposte, tenendo conto che si tratta di una scuola professionale, ma l'applauso finale mi sembra sincero. Riparto verso Trento ma quando vedo il bivio per Stava mi viene d'istinto di prenderlo. Dopo la tragedia di venticinque anni fa non ci sono più tornato. Mi fermo nel luogo che, a monte del vecchio abitato, venne solo sfiorato dalla furia delle acque del bacino di Prestavel. Quelle vecchie case sono oggi tutto quel che rimane di una storia cancellata dall'incuria dell'uomo e dalla logica del profitto ad ogni costo, che pure rappresentò una sorta di spartiacque fra il prima e il dopo nelle scelte ambientali della PAT. Il resto sono i nuovi alberghi realizzati laddove non era rimasto che fango e dolore. Sono belli e curati ma non so se ci verrei in vacanza...

La giornata è ancora lunga. Dopo una veloce sosta a Mezzocorona, verso mezzogiorno sono a Trento. Vado al gruppo, mi prendo qualche appunto per l'incontro del Forum previsto nel tardo pomeriggio alla Fiera Fa' la cosa giusta, insieme a Bruno Dorigatti ci incontriamo con il presidente Dellai, vedo gli amici afghani Razi e Sohelia ed infine vado alla sala del padiglione fieristico di via Briamasco dove con Stefano Albergoni nei panni di direttore del sto web Ambiente Trentino presentiamo il tema che sarà al centro del percorso del Forum nel 2012, la cultura del limite. O, in altre parole, la pace declinata nella sobrietà. Non siamo in molti, ma in compenso il confronto che ne viene con la ventina di persone presenti è davvero stimolante. Forse per il contesto colloquiale in molti vogliono dire la loro e anche questo mi fa capire come il tema prescelto sia cruciale proprio per  immaginare quel cambio di paradigma che il nostro tempo ci chiede.

Ne parleremo anche domenica pomeriggio alla radio della fiera (Radio in blu), con alcune delle associazioni che vogliamo diventino protagoniste di questo itinerario lungo un anno, ancora più di quel che siamo riusciti a fare con "Cittadinanza euromediterranea", che pure ci ha fatti sentire nel cuore degli avvenimenti che hanno cambiato (e stanno cambiando) il corso della storia nel mondo arabo.

 

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