"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

02/12/2011 -
Il diario di Michele Nardelli
Unimmagine di Milena Demozzi
Due giorni di Consiglio Provinciale basterebbero da soli a riempirti il diario, specie se il clima è quello di forte tensione dentro la maggioranza e dentro lo stesso gruppo consiliare del PD del Trentino. Ma la cronaca ci riserva dell'altro: la raccolta delle firme sulle leggi di iniziativa popolare per i diritti di cittadinanza, una riunione sul tema del credito allo sviluppo rurale nei paesi del Mediterraneo, l'incontro con il gruppo di lavoro che sta curando la preparazione dell'evento finale di "Cittadinanza Euromediterranea" ed infine la serata ad Avio nell'ambito dell'itinerario "L'Autonomia nell'epoca della crisi".

Prima però di entrare nel merito di tutto questo voglio ricordare Milena che nella notte fra giovedì e venerdì ha lasciato questo mondo a soli 52 anni. Milena Demozzi, dopo essere stata segretaria della Fiom, il sindacato dei metalmeccanici della Cgil, era compenente la segreteria confederale. Dopo l'esplodere del male che l'ha tormentata per un paio d'anni non ho più visto Milena ed il ricordo che ne ho è della donna combattiva di sempre, con i suoi begli occhi sorridenti. Mi piaceva pensarla così, anche quando nell'incontrare il suo compagno Ottorino leggevo sul suo volto la disperazione. E lo stesso voglio fare ora che il destino se le l'è portata via.

...

Sulla riunione del Consiglio pesa una forte tensione legata alla prossima finanziaria ma non solo. La questione su cui il nostro gruppo si divide non è solo legata agli emendamenti sul pareggio di bilancio o sul programma di riorganizzazione della Provincia. Nell'incontro del gruppo che abbiamo nella pausa pranzo di giovedì quel che emerge è proprio una diversa narrazione di questa prima parte della legislatura, di quel che si è fatto, del rapporto con la Giunta e il suo Presidente, dello stesso atteggiamento verso i rappresentanti del PD nel governo provinciale. Con questo non voglio certo dire che tutto fili liscio, se penso a quanto questa nostra maggioranza fa fatica ad esprimere un sentire comune e a trovare una sintesi culturale prima ancora che politica. Tanto che il capogruppo del PATT, in questa situazione complicata, non trova nulla di meglio da fare se non presentare un'interrogazione a risposta immediata (poi rapidamente ritirata) sul bilancio del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani come forma di ritorsione politica verso il PD, senza nemmeno comprendere che il Forum è un'istituzione della nostra autonomia. Miserie e incultura istituzionale.

Una diversa narrazione che corrisponde, sin dall'inizio della legislatura, ad un atteggiamento di conflittualità con il presidente Lorenzo Dellai, quasi ignorando il fatto che se in questa terra non ci fosse stato sin dai primi anni ‘90 un percorso di sperimentazione politica originale, tanto nell'area di centro come nella sinistra, non avremmo certo avuto a che fare con l'anomalia politica trentina in un arco alpino in preda alla destra. E del fatto che di questa sperimentazione originale Lorenzo Dellai è stato uno degli artefici. Non a caso chi ignora o non vuol vedere questa realtà si appella ancora oggi al PD nazionale, senza capire che l'assenza di una sperimentazione territoriale nei fatti impedisce al centrosinistra di uscire dalle proprie secche, diviso fra l'idea del PD come partito maggioritario e autosufficiente e quella della riedizione dell'Ulivo. E non per nulla ho insistito in questi giorni sulla necessità di riflettere sulla sconfitta spagnola, quale paradigma di un'alternativa inchiodata al Novecento.

Il fatto è che se le culture rimangono quelle di prima (DS e Margherita, ma anche i soggetti minori), anche il significato della nascita del PD viene meno. Purtroppo dobbiamo prendere atto che questa è la realtà, il PD visto non come il superamento dell'inadeguatezza delle culture precedenti di leggere e di abitare il cambiamento ma come l'ennesima escamotage per battere Berlusconi o, peggio, per rimanere a galla come ceto politico.

Nel frattempo i lavori del Consiglio procedono. Si avvia la discussione sul Disegno di Legge del consigliere Filippin sulla cultura della legalità e le infiltrazioni della criminalità organizzata sul nostro territorio. Il testo originario è stato notevolmente modificato e sul nuovo c'è un convergere pressoché unanime. La materia andrebbe sviscerata e per questo provo a dare un contributo con un intervento che riprende dati e ricerche sulla presenza della criminalità economica in Italia a partire dal dato della diffusione del riciclaggio del denaro sporco che investe le regioni del nord per il 47% del totale, in particolare nei settori immobiliare e del terziario attraverso la proliferazione dei centri commerciali. Il Trentino Alto Adige è toccato dalle segnalazioni a Bankitalia sul riciclaggio solo per lo 0,9%, ma è difficile distinguere legalità e illegalità laddove le operazioni immobiliari o gli appalti avvengono nel rispetto formale delle regole.

Sin dall'inizio di questa legislatura ho posto questo tema dell'infiltrazione della criminalità organizzata all'attenzione dell'aula e del Presidente Dellai con un ordine del giorno approvato in occasione della prima finanziaria, ma l'attenzione non è stata adeguata. Riprendo questi concetti oggi nel mio intervento e in diversi consiglieri, della maggioranza e dell'opposizione, vengono ad esprimermi il loro apprezzamento. E mi dispiace che quelli forse più distratti siano del mio gruppo, altrove affaccendati o a cercare maldestramente di far saltare l'accordo raggiunto malgrado le divisioni che si manifestano all'interno della Lega. Tanto che la tensione in aula si alza e anche in uno scontro verbale con Margherita Cogo che racchiude in sé tutta la nostra distanza.

Nell'intervallo corro con Luciana Chini alla palestra di Gardolo dove si svolge la preghiera musulmana del venerdì. Il presidente della comunità ci ha chiesto di andare lì come Forum a raccogliere le firme dei nuovi italiani sui due Disegni di legge di iniziativa popolare per i diritti di cittadinanza, quello per la cittadinanza dei bambini nati in Italia da genitori stranieri e quello sul diritto di voto per le elezioni amministrative dopo cinque anni di residenza. Sento molta vicinanza e riconoscenza di come il Forum si sta muovendo sulla primavera del mediterraneo ed anche per quest'ultima iniziativa e davvero in molti si fermano a firmare facendo la fila nonostante la fretta di rientrare al lavoro.

Riprendono i lavori d'aula e il clima si è un po' stemperato anche grazie al presidente Dorigatti ed il voto sul Disegno di legge è unanime. Questo passaggio mi fa però arrivare in ritardo alla riunione alla Federazione della Cooperazione Trentina con i rappresentanti di Microfinanza con i quali stiamo ipotizzando un lavoro sul credito rurale con la Palestina e la Tunisia. Per strada Paolo Tonelli mi riassume quel che si è deciso e quindi ritorno in Consiglio dove si discute la legge sull'artigianato, sulla quale la Lega aveva chiesto il non contingentamento del tempo, quasi un avvertimento di ostruzionismo. Ma non sarà così e alla fine dei lavori si approva anche un altro disegno di legge sulle caratteristiche organolettiche dell'acqua del rubinetto presentato dalla Lega. Un unico articolo concordato con la maggioranza dove si impone la trasparenza sui componenti minerali dell'acqua che beviamo. Speriamo che questo sia di buon auspicio per la finanziaria.

Il tempo per incontrare fra le 18.30 e le 19.30 il gruppo di lavoro che sta preparando l'evento conclusivo di "Cittadinanza Euromediterranea" dove siamo alle prese con il crescere del coinvolgimento di soggetti e le compatibilità economiche, per poi partire alla volta di Avio dove dopo cena (si fa per dire) è programmato uno degli incontri dell'itinerario "L'Autonomia nell'epoca della crisi". Alessandro Olivi e Luca Zeni non ci sono e il pubblico si deve accontentare della presenza mia e di Andrea Rudari. C'è un clima che un po' risente della situazione particolare di Avio, dove l'UPT si è alleato con il Patt e il PDL come a sperimentare un possibile assetto politico alternativo a quello provinciale. La Lega qui fa il pieno ed esprime un deputato. E il PD locale, che ha ottenuto nelle elezioni amministrative il minimo storico con ripercussioni interne non certo favorevoli, si sente un po' abbandonato da Trento. Le osservazioni critiche e le domande sono incalzanti, investono il nostro rapporto con Dellai e l'UPT che qui ha fatto scelte diverse con l'avvallo dell'assessore Mellarini, ma anche questioni più generali come il pareggio di bilancio, i costi della politica, le spese dell'assessorato alla solidarietà internazionale in Cina. E infine le questioni più strettamente locali.

Credo che davvero parlare sia importante, perché su tutte queste cose le risposte che forniamo e le considerazioni che escono dalla serata stemperano il clima iniziale e alla fine vediamo apprezzamento. Finiamo a bere un buon bicchiere di vino, in una realtà vocata alla produzione vitivinicola ma che anche in questa situazione risente della crisi e delle difficoltà della locale cantina sociale.

Avio è la "periferia" alle porte con il Veneto e così oggi si avvertono. Ma forse, dopo questa sera, si sentono un po' meno soli.

 

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