"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

25/12/2011 -
Il diario di Michele Nardelli
Creuza de mä, mulattiera di mare
Attendevo con ansia questi giorni di quiete. Cerco di starmene chiuso in casa, al tepore della stufa a legna e al riparo da eventi pubblici fino a dopo Capodanno. Per la verità non riesco a staccare completamente la spina, visto che anche nel giorno di Natale mi scopro a lavorare attorno all'evento che l'11 gennaio concluderà il percorso sulla Cittadinanza Euromediterranea del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani. Ci sono pochi giorni per preparare brochure e locandine, trovare qualche ultimo finanziamento, contattare gli "attori" di uno spettacolo che trasformerà il Teatro Sociale di Trento  in un caffè mediterraneo che avrà come protagoniste le creature di Creuza de mä, in omaggio a Fabrizio De André che proprio l'11 gennaio di tredici anni fa ha lasciato questo mondo. E noi più soli.

Sto anche predisponendo il programma del nuovo itinerario del Forum che nel 2012 sarà dedicato alla cultura del limite. Un argomento così vasto per il quale occorre definire il filo conduttore di un messaggio che vogliamo proporre alla comunità trentina e a cui ricondurre le iniziative delle associazioni e delle istituzioni che fanno capo al Forum. Anche quest'anno ci aiuta il contesto: la crisi richiede risposte non banali che investono i nostri modelli di sviluppo, la qualità dei consumi, il tema della sobrietà e della sostenibilità delle nostre scelte, collettive ed individuali. Ai lettori di questo blog, do una piccola anticipazione: inizieremo ai primi giorni di febbraio, con una serata dedicata a "La ginestra" di Giacomo Leopardi. Scritta a Torre del Greco nel 1836, "La ginestra" o "Il fiore del deserto", potrebbe essere definita il manifesto della cultura del limite. Uno straordinario monito, largamente inascoltato.

«Qui mira e qui ti specchia,
secol superbo e sciocco,
Che il calle insino allora
dal risorto pensier segnato innanti
abbandonasti, e, vòlti addietro i passi,
del ritornar ti vanti, e procedere il chiami»

In queste ore sto scrivendo una lettera alla comunità marocchina del Trentino. Sono circa cinquemila persone, la seconda dopo quella rumena. Perché quello che abbiamo iniziato sul tema dell'autonomia con la mia visita di metà ottobre a Casablanca è un percorso che vorrei li riguardasse e li facesse sentire partecipi di questa nostra comunità che mette a disposizione la propria esperienza di autogoverno come contributo non solo per cercare una soluzione ad un conflitto come quello che lacera il Sahara Occidentale da oltre quarant'anni, ma più in generale per rendere migliore un paese come il Marocco straordinariamente ricco di risorse e bellezze da valorizzare proprio grazie all'autonomia. Con alcuni rappresentanti di questa comunità abbiamo definito un percorso di incontri, di visite e di elaborazione che si svilupperà nel corso del 2012. Tanto che l'ambasciatore del Marocco in Italia, proprio in questi giorni, ha manifestato il desiderio di incontrare la comunità trentina. Si chiama "diplomazia parallela".

Faccio girare nella mailing list il Disegno di Legge sull'apprendimento permanente. Una delle prime cose pubblicate su questo mio spazio di comunicazione nel luglio del 2009 è stato l'ordine del giorno "Nella crisi aprire gli occhi e la mente". Quell'ordine del giorno - destinato a finire come tanti altri nel cimitero delle buone intenzioni  -  ha trovato via via applicazione grazie ad una serie di provvedimenti e di iniziative legislative che ho promosso in questi due anni e mezzo e quest'ultima ne rappresenta forse il completamento. Staremo a vedere come verrà accolto...  Non è facile far passare l'idea che la crisi si debba affrontare investendo sulla cultura e sulla conoscenza.

E poi uno spazio speciale in questi giorni lo voglio dedicare alla lettura. Sul tavolo da lavoro del mio studio ho postato questi libri: Antonio Cassese, L'esperienza del male e Martha Nussbaum, La fragilità del bene (parte di una ricerca che investe il mio impegno sulla pace); Vandana Shiva, Ritorno alla terra e l'ultimo lavoro dell'amico Tonino Perna, Eventi estremi (che presenteremo nel percorso sulla cultura del limite); Michel Pastourau, L'orso. Storia di un re decaduto (perché la paura verso questo animale è una sorta di paradigma del nostro tempo e poi perché ne invidio il lungo letargo); Zygmunt Bauman, Conversazioni sull'educazione (da poco uscito per i tipi della casa editrice trentina Erickson grazie all'impegno dell'amico Riccardo Mazzeo); e infine un paio di romanzi di Herta Müller, Il re s'inchina e uccide e In trappola, premio Nobel per il suo Il paese delle prugne verdi, straordinario affresco della Romania degli anni '80. Programma ambizioso. Intanto vediamo di non farci travolgere dal normale delirio del fare.

 

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