"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

28/11/2011 -
Il diario di Michele Nardelli
produzioni trentine
"Trentino Territorio di Qualità". S'intitola così il convegno promosso congiuntamente dalla Confederazione Italiana Agricoltori e da Slow Food alla Sala Rosa del palazzo della Regione a Trento. Nonostante sia lunedì mattina la sala è piena ma la cosa più importante è avvertire una grande sintonia fra le relazioni che vengono proposte (a cominciare da quella di Flavio Pezzi che della CIA trentina è presidente) e le riflessioni che ho proposto in questi mesi attorno alla necessità di "ripartire dalla terra".

La stessa relazione del professor Salamini, presidente della Fondazione Mach, è su questa lunghezza d'onda anche se le sue conclusioni sono diverse dal "buono, pulito e giusto" di Slow Food, quand'anche coniugato con "in grado di assicurare cibo per tutti" come suggerisce Pezzi: per nutrire sette miliardi 700 milioni di persone previste nel 2020 non si può certo rinunciare all'agricoltura intensiva conclude Salamini, la quale richiede un sempre maggiore ricorso al progresso scientifico, sia esso l'investimento nella ricerca genetica oppure l'uso seppure ponderato della chimica.

Anche l'intervento dell'avvocato Fronza, uno dei grandi vecchi del mondo vitivinicolo trentino, fa appello alla terra. Non è un ecologista ma proprio per questo testimonia di come questa nuova sensibilità attorno ai temi posti dall'incertezza de presente e dall'intrecciarsi delle crisi demografica, ambientale e finanziaria ponga l'urgenza di una nuova consapevolezza.    

Purtroppo riesco a seguire solo una parte dei lavori perché alle 11.00 inizia l'incontro del Gruppo consiliare provinciale a cui partecipano gli assessori provinciali del PD (che peraltro del gruppo sono parte integrante) ed anche il segretario del PD del Trentino Michele Nicoletti. Dopo le turbolenze dei giorni scorsi, dovrebbe essere un incontro di chiarimento: nel gruppo si sono espresse posizioni diverse sui temi posti dalla Finanziaria e nel rapporto fra il partito di maggioranza relativa e il presidente Dellai. E probabilmente al di là dei singoli aspetti sui quali sono evidenziati i punti di dissenso, come il pareggio di bilancio e la delega in bianco sulla riorganizzazione della struttura amministrativa della PAT. Nodi importanti sui quali occorreva un confronto di coalizione, non certo la presentazione di emendamenti.

Ovviamente non è in discussione il ruolo di ogni singolo consigliere di presentare proposte migliorative, emendamenti e ordini del giorno, ma se temi di spessore che investono il cuore dell'azione governativa possono divenire oggetto di iniziative unilaterali da parte di una forza di governo, specie se questa è quella di maggioranza relativa.

Che forse nascondono qualcosa di più profondo, ovvero un corpo politico che non ha ancora compreso che solo una diversa sperimentazione sociale e politica territoriale ha potuto collocare il Trentino fuori dall'orbita berlusconiana, l'incertezza politica nazionale che con il governo Monti ridisegna il quadro delle alleanze, fors'anche un clima che risente dell'avvicinarsi delle elezioni del 2013 e un non detto che riguarda i destini personali che rischiano di inquinare il confronto.

Che risulta pacato, ma i nodi sulle questioni richiederebbero una discussione di merito, rispetto alle quali anche nel PD del Trentino ci sono posizioni diverse e riconducibili a mio parere a quella mancata sintesi culturale per cui il PD è nato ma che è rimasta nella penna della Carta dei valori. L'ho già detto in questo diario e lo riprenderò con una riflessione specifica nei prossimi giorni, ma dovremmo davvero riflettere sulla sconfitta di Zapatero in Spagna che ritengo davvero paradigmatica.

Su una cosa convergiamo tutti, quella di rilanciare la coesione politica della coalizione.

Nei giorni scorsi se ne è andato per sempre il papà di Alberto Trenti e nel pomeriggio, presso la chiesa di San Giuseppe d Trento, c'è l'ultimo saluto. Non l'ho praticamente mai conosciuto ma se da quel contesto famigliare è venuta una persona sensibile e intelligente come Alberto, qualcosa vorrà pur dire.

Rientro in ufficio e dopo qualche minuto mi sposto al Forum iniziamo la riunione per iniziare a costruire il programma sul tema della cultura del limite che caratterizzerà l'attività del Forum per tutto il 2012. Escono molte idee, altre ne verranno dalle associazioni che vorranno coinvolgersi, inviando loro i titoli degli itinerari tematici che intendiamo sviluppare e nei quali le associazioni potranno articolare le loro iniziative. Lo stesso faremo con i festival, le rassegne, le istituzioni che vorranno sintonizzarsi su un tema ineludibile per tutti come questo.

Perché no, anche per le associazioni degli agricoltori che al mattino si sono interrogate esattamente sul limite. Ne parlo al telefono con Massimo Tomasi che della Cia trentina è direttore e ci accordiamo per incontrarci anche con il presidente il giorno successivo.  

 

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