"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

25/07/2011 -
Il diario di Michele Nardelli
La fine della Valdastico
La riunione degli amministratori della Valsugana nell'aula consiliare di Levico Terme è molto affollata. La Commissione ambiente del PD del Trentino li ha convocati con il vicepresidente Alberto Pacher per discutere delle ipotesi della viabilità che incombono sul Trentino dal Veneto e più in generale sul tema della mobilità nel Trentino orientale.

Si avverte fra i presenti un qualche sconcerto per le posizioni assunte nei giorni scorsi dalla Giunta Provinciale che ha messo in guardia gli amministratori locali dall'offensiva che la Regione Veneto sta mettendo in atto a favore del completamento dell'autostrada della Valdastico.

L'assessore Pacher disegna il quadro della viabilità, prendendo atto delle iniziative in corso per appaltare un tratto di superstrada lungo il punto più critico della Valsugana alle porte del Trentino - progetto finanziato e realizzato da privati (e che dunque sarà a pagamento) - che avrà come effetto un forte incremento del traffico pesante verso questa direttrice con la conseguenza di investire pesantemente il Trentino. Che questi interventi siano già in corso d'opera non fa altro che dimostrare come la realizzazione della Valdastico non avrebbe alcun effetto di alleggerimento del traffico sulla Valsugana.

Due iniziative distinte, dunque, ma con il medesimo effetto: trasformare il territorio trentino in una area di scorrimento del traffico internazionale. Entrambe queste soluzioni andrebbero peraltro a cozzare contro la realizzazione dell'alta capacità, ovvero della nuova ferrovia per il traffico merci lungo l'asse del Brennero, visto che by-passerebbero lo snodo intermodale di Verona.

Come rispondere? Pacher snocciola una serie di proposte. In primo luogo, no alla doppia autostrada. Che significa, in primis, no alla Valdastico. In secondo luogo intervento per mettere in sicurezza la superstrada della Valsugana. Terzo, lo sviluppo della rete ferroviaria della Valsugana che verrebbe acquisita da una società mista fra le Ferrovie dello Stato e la Trentino Trasporti, con conseguente investimento per la sua elettrificazione come condizione per farne una metropolitana di superficie. Quarto, affrontare il tema della mobilità attraverso le autostrade informatiche ed è quel che si sta facendo con la banda larga. Non dimenticando che 2/3 del traffico attuale lungo la Valsugana (e metà del traffico ipotizzabile) è costituito da mobilità locale, che potrebbe essere ridimensionata da interventi che prevedano lo spostamento di funzioni verso le valli e grazie al tele-lavoro. Altre proposte di protezione della Valsugana andranno ricercate.

Molti degli amministratori locali presenti forse vorrebbero sentirsi dire altro, in particolare che nell'alternativa fra autostrada della Valsugana e Valdastico si sceglie la seconda. Le posizioni, in realtà, sono discordanti. Si fa sentire la pressione della Lega che come al solito gioca sulla paura e fa squadra con quella parte del Veneto (targato Lega) che ha scommesso sul completamento della Valdastico. Servirebbe - al contrario - una visione d'insieme, ma ciascuno parte dal proprio particolare.

Lo scontro fra Trentino e Veneto è molto forte. Proprio stamane a Vicenza i vertici della "Autostrada Serenissima" e la Provincia di Vicenza che fanno capo al presidente leghista Schneck hanno presentato il rendering del completamento della Valdastico, bloccata da anni dal "no" trentino a Piovene Rocchetta. Un no fortemente motivato da ragioni ambientali ed economiche, che più in generale investe il modello economico che il Veneto vorrebbe espandere verso nord. Per anni le comunità della Vallagarina che ne sarebbero investite hanno espresso la loro netta contrarietà al completamento della Valdastico e non mi pare il caso né di aprire un contenzioso fra due zone del Trentino, né di riaprire una questione che nei programmi della coalizione abbiamo nettamente escluso.

Solo in pochi interventi emerge il nodo di fondo: che modello di sviluppo pensiamo nel futuro della Valsugana? La logica dell'attraversamento corrisponde all'economia dei flussi piuttosto che a quella dei luoghi ed il Trentino ne è già sufficientemente segnato. A questo corrisponde la necessità anche su questo piano di un cambio di pensiero, che rifletta la consapevolezza dell'insostenibilità dell'attuale modello di sviluppo. Vorrei dirlo ma non c'è lo spazio per allargare la riflessione: ci lasciamo con l'impegno di rivedersi a breve.

 

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