"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

02/08/2011 -
Il diario di Michele Nardelli
Pista ciclabile in Valsugana
E' difficile stare a Trento e staccare la spina. Il telefono, internet, il lavoro arretrato, le riunioni che - se non stai accorto - riempiono l'agenda nonostante il mese di agosto. Se poi sei tu a richiederle...

E' così per l'incontro di oggi della Commissione Ambiente del PD del Trentino, che si riunisce in ordine al tema della viabilità che incombe sul Trentino. La Regione Veneto sta attuando un vero e proprio assedio al nostro territorio, denunciato in questi giorni tanto dall'assessore Pacher che dal presidente Dellai.

In che cosa consiste è presto detto. Con il completamento dell'autostrada della Valdastico e con la realizzazione di una nuova autostrada nella parte veneta della Valsugana si delinea un progetto di attraversamento del Trentino che parte da est e che intenderebbe dirottare gran parte del traffico pesante proveniente dall'Adriatico e dall'est europeo lungo queste direttrici.

L'effetto sarebbe quello di vanificare la scelta strategica dell'asse del Brennero per il trasporto merci su rotaia, ovvero la nuova linea ferroviaria dell'Alta Capacità che avrebbe a Verona e a Isola della Scala lo snodo intermodale. Più concretamente inondando la Valsugana, ma soprattutto la Valle dell'Adige, di significative quote di traffico pesante.

Un progetto che non avrebbe effetti solo sulla viabilità e sull'ambiente, rappresentando un vero e proprio modello di sviluppo ad immagine e somiglianza del modello padano, insomma un progetto di assimilazione economica, sociale, culturale e politica.

Che fare dunque per fermare la logica dell'attraversamento? Di questo parliamo nella riunione. Ho chiesto di parlarne perché, dopo l'incontro della scorsa settimana degli amministratori del PD della Valsugana, ho avuto l'impressione che la pressione della Lega, ma anche degli amministratori locali di UpT e Patt (partiti che in Valsugana hanno una forte base popolare), stia mettendo in difficoltà anche il PD locale, disposto - almeno nelle dichiarazioni di molti amministratori - ad accettare la Valdastico piuttosto che vedere invasa la Valsugana dal traffico pesante.

La logica dello scambio appare inaccettabile per molte ragioni. La storica opposizione al completamento della Valdastico non aveva solo ragioni ambientali, ma riguardava proprio la contrarietà verso un progetto di assimilazione e di attraversamento del Trentino che avrebbe l'effetto di snaturare la nostra terra, in netta contrarietà con la stessa Convenzione delle Alpi che si oppone alla realizzazione di nuove autostrade nell'arco alpino.

E poi, non saremo certo noi ad innescare una lotta fra la Valsugana e la Valle dell'Adige. Mentre però l'opposizione del Trentino al completamento della Valdastico è dirimente (sul nostro territorio decidiamo noi), per quanto riguarda la Valsugana gli effetti della realizzazione di una nuova arteria autostradale nel tratto meno scorrevole alle porte del Trentino, avrà comunque effetti sul nostro territorio.

Come rispondere a tutto questo. La strategia che emerge nella riunione si basa fondamentalmente su sei punti:

- ribadire la centralità strategica dell'Alta Capacità sull'asse del Brennero, portando il traffico merci dalla gomma alla rotaia, anche attraverso l'intermodalità;

- fare della linea ferroviaria della Valsugana, anche grazie all'accordo siglato la scora settimana a Roma con le Ferrovie dello Stato, una metropolitana di superficie per ridurre l'impatto della mobilità locale;

- eliminare i punti di criticità dell'attuale statale della Valsugana, studiando altresì le modalità di dissuasione del traffico pesante;

- ribadire il no del Trentino al completamento della PiRuBi;

- dare pieno dispiegamento al piano di mobilità lungo le autostrade informatiche (la banda larga) e alla riforma istituzionale (comunità di valle) per limitare la mobilità tradizionale e favorire il telelavoro (la maggior parte del traffico sulla Valsugana ha origine in Trentino);

- avviare un progetto di riconversione economica della Valsugana, valorizzandone le vocazioni, come antidoto alla logica dell'attraversamento.

Su queste basi si può resistere all'offensiva del leghismo veneto e rispondere con buoni argomenti a quello nostrano che cerca come sempre di cavalcare la paura. Ne verrà un documento del PD del Trentino, un nuovo incontro con gli amministratori (anche alla luce delle novità rispetto alla ferrovia della Valsugana) e l'avvio di una serie di incontri sul territorio. In realtà non solo in Valsugana, perché la questione investe l'insieme del Trentino.
 

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