"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

01/10/2011 -
Il diario di Michele Nardelli
Paul Klee
1 ottobre. Esattamente un anno fa, nel cortile di Palazzo Thun a Trento, iniziammo l'itinerario del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani che abbiamo dedicato alla "Cittadinanza Euroediterranea". Un lavoro che è ancora in corso e che nelle prossime settimane si articolerà oltremodo lungo le quattro direttrici (storia, saperi, pensieri e geografie) sulle quali si sono sin qui sviluppati gli incontri e le manifestazioni per concludersi il prossimo 11 gennaio con una manifestazione spettacolo dedicata alle anime mediterranee di "Creuza de mä" e a Fabrizio De Andrè.

Non è ancora tempo di bilanci, dunque. Ma sin d'ora possiamo dire che si è trattato di una felice intuizione, perché il mondo - un pezzo di mondo - è cambiato accanto a noi, e noi eravamo lì ad interagire con una primavera che abbiamo vissuto come parte di quel che stavamo facendo.

Probabilmente in molti non se ne sono nemmeno accorti, tanto presi dal rincorrere gli avvenimenti piuttosto che esserne parte. Non certo le persone che proprio oggi primo ottobre, alla sala della Circoscrizione di San Giuseppe, partecipano all'incontro del Movimento del popolo, uno dei partiti che saranno in lizza per l'elezione dell'Assemblea Costituente della nuova Tunisia nata dopo la rivoluzione democratica che ha spazzato via il vecchio regime di Ben Ali. Perché costoro ci hanno visti al loro fianco fin dalle prime proteste per la morte suicida di un giovane che chiedeva dignità, perché hanno trovato nel Forum una istituzione trentina che li ha accompagnati in questo riscatto democratico, perché la comunità trentina grazie a questo percorso forse si è sentita un po' di più parte di un'unica civiltà mediterranea.

Penso anche agli incontri con il presidente Dellai e a quelli che abbiamo ripetuto in piazza fin quando il dittatore non se ne è andato... e penso, da ultimo, agli incontri avuti a Rovereto e a Trento con il giovane regista tunisino Ben Cheikh, autore del film "Mai più paura!" dedicato proprio al movimento che ha posto fine ad una dittatura durata quarant'anni.

Nessuno dei presenti, ed io con loro, un anno fa avrebbe di certo immaginato che oggi saremmo stati qui a parlare della campagna elettorale della comunità tunisina del Trentino per eleggere i tre rappresentanti in Italia all'Assemblea Costituente. E quasi mi commuove pensare che Saadi Brhami, con il quale questo percorso ho condiviso, sia oggi candidato per il Parlamento del suo paese d'origine.

Saadi mi chiede di portare all'incontro un mio messaggio, per aiutarli a vivere questa pagina di democrazia di un paese che ben poco conosce l'esercizio democratico. Nelle mie parole ai presenti esprimo un ringraziamento per la prova che il popolo tunisino ha dato nei mesi scorsi e per il messaggio che ci è venuto dal mare, oltre la pura e oltre lo stesso dramma dei profughi. Quella primavera ha invaso non solo tutto il mondo arabo ma anche l'Europa ed oggi gli stessi Stati Uniti, se pensiamo alle manifestazioni degli "indignados" di questi giorni.

E poi, la nostra bella democrazia oggi appare piuttosto sfiorita. Racconto come anche in un villaggio nei pressi di Hebron si sorridesse delle prodezze del nostro premier e di come la democrazia costituisca una conquista permanente, che non è mai acquisita una volta per tutte.

Al di là dell'amicizia con Saadi, ovviamente il mio non è il sostegno ad un partito i particolare e sarei felice che mi invitassero a partecipare anche ad altri incontri di questo genere, perché come giustamente viene detto durante l'incontro è già un successo che questo voto ci sia, nonostante qualcuno del vecchio apparato vorrebbe spostare di un anno la consultazione popolare.

Anche Luciana Chini, presente con me all'incontro, porta un breve saluto e fa appello al fatto che la democrazia è fatta anche da quella metà del cielo che qui oggi non c'è, di quelle donne che pure sono state una componente essenziale della primavera araba.

Poi ci riprendiamo questa splendida giornata di sole, lasciando che l'incontro - fino a quel punto svoltosi in lingua italiana come segno di ospitalità verso di noi - possa proseguire nella lingua del loro paese d'origine. Intanto auguri, Tunisia democratica.

 

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