"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

03/10/2011 -
Il diario di Michele Nardelli
volto
La settimana inizia con una seduta del Consiglio Provinciale dedicata all'avvio del confronto sulla manovra finanziaria 2012. Un inedito, affinché l'intera assemblea, maggioranza e opposizione, possa contribuire con idee e proposte alla definizione del bilancio della PAT in un contesto nel quale viene chiesto al Trentino di farsi carico della crisi e del debito pubblico che pesa sulle finanze dello Stato.

Non si tratta soltanto di far fronte ai tagli richiesti alla finanza provinciale o alla diminuzione delle disponibilità in virtù delle accresciute competenze autonomistiche (università e ammortizzatori sociali), ma di interrogarsi sull'economia del nostro territorio che - seppure in un quadro migliore rispetto a quello nazionale - fatica a crescere e mostra alcuni segni di crisi strutturale.

La manovra non è ancora predisposta, quelle che si analizzano dunque sono solo le linee generali che la Giunta provinciale intende mettere in campo per sostenere una crescita qualitativa e per sostenere l'ambito sociale che oggi esprime le maggiori criticità, ovvero quello dei giovani.

Giovani che, 1 su 4, sono senza lavoro. Che vivono in una diffusa precarietà. Che non sono nelle condizioni di costruirsi una vita autonoma perché farsi una casa è proibitivo e perché l'affitto si porta via un intero stipendio, sempre che ci sia. Che non hanno accesso al credito e che hanno scarsi incentivi a scommettere su se stessi...

E dove il concetto di crescita viene aggettivato nelle parole del presidente Dellai sul piano della qualità, dell'innovazione, della ricerca, della responsabilità, attraverso processi di selezione e di forte condizionalità rispetto agli incentivi pubblici.

Come consiglieri della maggioranza avevamo già avuto un primo quadro di riferimento nelle scorse settimane e la relazione del presidente non presenta elementi di particolare novità. Forse inevitabile in questa fase ancora preliminare di verifica, ma francamente un po' deludente quanto alla capacità di mettere in campo progettualità e strumenti capaci di scaldare i cuori di una comunità che si vuole coesa come condizione per vincere le difficili sfide del presente.

Devo altresì riconoscere che il dibattito che ne viene negli interventi di capigruppo è ancora più insignificante. Seguo gli interventi di tutti ma gli acuti sono davvero rari. Spero proprio che si tratti soltanto del primo approccio e dunque che nei mesi che ci separano dalla metà di dicembre (quando è in calendario l'arrivo della manovra in Consiglio) ci siano altre occasioni, in Commissione, sui media  e in Aula, per raddrizzare la barra di navigazione.

Insomma un'occasione perduta. Prima della seduta mi vedo con Domenico e Francesco per avere uno scambio di idee in ordine allo schema distribuito nei giorni scorsi ai consiglieri di maggioranza e alla scaletta di appunti che ho predisposto a mia volta per il confronto con l'esecutivo e della quale ho già scritto - seppure in estrema sintesi - su questo stesso diario.

Ne escono alcune piste di lavoro che meritano un approfondimento e sulle quali dovremo cimentarci per superare il torpore ormai endemico della politica. Occorre usare con intelligenza le risorse di un ricco bilancio che mantiene - nonostante tutto - un significativo impatto su un territorio piccolo come il nostro, serve uno sforzo di fantasia per scommettere sul futuro indicando piani di riqualificazione nei settori che riteniamo strategici per questa terra, è necessario imparare ad usare al meglio le prerogative dell'autonomia, bisogna pensare l'Europa come un'opportunità per moltiplicare gli investimenti. Mi fa piacere che qualcuno si renda conto come le proposte che ho messo in campo sulla bonifica dall'amianto e sul software libero possano rappresentare validi esempi di quel che può voler dire investire sulla qualità.

Ma in realtà in ognuno dei capitoli del bilancio provinciale si può fare meglio con meno, così come sul piano più generale non possiamo lasciare nel limbo della finanza globale le risorse che il sistema finanziario trentino dispone grazie al risparmio, alle assicurazioni e alla previdenza integrativa. Prevedendo invece ricadute territoriali ormai ineludibili. E mobilitando le comunità, affinché ognuno si senta impegnato a fare la sua parte.

 

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